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Villanova. Forse c’è uno spiraglio per Piaggio Aerospace che rischia addirittura di essere messa in liquidazione. La visita del Premier Giuseppe Conte potrebbe aver sbloccato la tormentata vicenda dell’azienda aeronautica ligure. La Piaggio, come altre realtà industriali che si occupano di difesa, energia e alta tecnologia, si è ritagliata uno spazio privilegiato nelle gare e nei contratti degli Emirati. E in questo contesto ci potrebbero essere importanti sbocchi anche in vista del vertice che è slittato da martedì scorso a martedì prossimo al Mise alla presenza del governatore Toti. Intanto al tavolo parteciperà la sola delegazione sindacale. Non vi sarà né lo sciopero né il presidio, così come era stato annunciato. La decisione è stata assunta al termine della riunione della Rsu nello stabilimento villanovese. Ma è alle risultanze dell’incontro tra Conte e il Principe ereditario Mohammed bin Zayed Al Nahyan che si guarda con particolare interesse. Tra i due sarebbe scattata una buona “chimica”, fattore essenziale in quel Paese per favorire anche occasioni di business. Ed è in questo contesto che si è parlato di Piaggio dove per una pesante crisi di commesse sono a rischio in circa 1200 posti di lavoro, senza contare gli 80 operai della Laerh e i 30 in cassa integrazione. Conte e il principe ereditario hanno esaminato varie ipotesi di soluzione e sembra avvicinarsi sempre di più un ingresso di Leonardo (come già annunciato dal Sole 24 Ore) nel capitale di controllo dell’azienda attualmente detenuto al 100% dal fondo sovrano emiratino Mubadala che da tempo sollecita una partecipazione del 50% nell’azienda da parte di Leonardo che tuttavia sembra poco propensa all’operazione. Ma si tratta di un passaggio che verrà affrontato nei prossimi giorni così come assicurato da Conte. La fotografia della Piaggio è ben nota: dopo la crisi di commesse, dovuta ai problemi per la realizzazione del drone P.1HH, è stato messo in cantiere un nuovo drone, il P2.HH per venderlo sia agli Emirati che all’Aeronautica italiana che però non ne avrebbe bisogno perché partecipa anche ad un programma europeo nello stesso settore. L’operazione vale 766 milioni di euro in 15 anni per sviluppo e acquisto di 20 velivoli e 20 stazioni a terra. Il precedente ministro della Difesa Roberta Pinotti, a fine legislatura, aveva inviato in Parlamento la richiesta di parere ma nell’attuale legislatura il provvedimento non è stato ancora discusso.

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