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Alassio. Confermato anche in Appello il licenziamento del furbetto del cartellino. C.M., quindi, ha perso il posto come dipendente del Comune di Alassio. Il ricorso presentato in sede civile dall’avvocato Corrado Bandini che ha difeso C.M. anche nel primo grado di giudizio è stato respinto tanto che il suo assistito non potrà più essere reintegrato in Municipio. E’ l’ultimo capitolo della vicenda che riguarda un caso scoppiato nel mese di aprile di due anni fa quando l’uomo era stato arrestato dai carabinieri del comando compagnia di Alassio. L’operaio, dopo aver timbrato l’ingresso, lasciava il posto di lavoro per andare al bar o a fare la spesa o ancora a passeggiare con la compagna.

L’uomo, accusato di truffa ai danni di ente pubblico, era stato arrestato finendo poi ai domiciliari. A scoprire il caso del furbetto del cartellino, dopo alcune segnalazioni e testimonianze, erano stati i militari che avevano pedinato il dipendente pubblico per due settimane scattando fotografie e girando filmati durante la sua assenza dall’orario di lavoro. Dopo il clamoroso arresto deciso dal giudice Fiorenza Giorgi era iniziata l’attività dell’ufficio per i procedimenti disciplinari del Comune. All’operaio era stata notificata la sospensione cautelare del servizio. Si sono aperti quindi due filoni, quello relativo alle cause di lavoro e quello penale. Il tribunale del lavoro, era il dicembre scorso, aveva ritenuto valida la richiesta di licenziamento ed è per questo motivo che l’avvocato Bandini aveva deciso di ricorrere in Appello che ha confermato la decisione assunta in primo grado. Resta in piedi la questione penale. In questo caso a difendere l’operaio è l’avvocato Paolo Gianatti. Il processo in tribunale è previsto nei primi mesi del prossimo anno. Una vicenda che aveva suscitato scalpore in un periodo in cui, anche in altri enti pubblici della Riviera di Ponente erano stati scoperti casi analoghi che avevano avuto come protagonisti dipendenti «infedeli» che timbravano il cartellino per poi dedicarsi ad attività personali.

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