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Ci sono voluti sette anni, ma la Rete l’Abuso, presieduta dal savonese Francesco Zanardi, vede la luce in fondo al tunnel. Batte cassa alla Diocesi chiedendo un maxi risarcimento danni da 5 milioni di euro chiesti alla Diocesi di Savona per almeno 5 casi di pedofilia che hanno visto coinvolto don Nello Giraudo (il prete che nel 2012 ha patteggiato un anno di carcere per violenza sessuale su un quindicenne durante un campo scout).

Le prime due istanze sono già state depositate, altre tre verranno depositate nei prossimi giorni. Il palazzo della Curia savonese serra i ranghi. La notizia, come è lecito pensare, crea qualche imbarazzo e al momento, preferisce «non commentare». Abbottonato anche il loro avvocato Simone Mariani che, nella prima fase del tentativo di accordo tra Diocesi e associazione, era stato incaricato dal vescovo Calogero Marino di portare avanti il dialogo con le vittime per la parte della chiesa.

«Non sono a conoscenza del deposito dell’istanza in Tribunale – ha precisato il legale – E, comunque, nel caso ci sia una questione giudiziaria aperta, non è detto che la diocesi si rivolga a me. Io mi ero occupato della prima fase di dialogo tra le parti, dove erano state prese in considerazione alcune possibili opzioni, ma gli incontri si erano poi interrotti. Ad oggi non sono stato ancora contattato».

Nulla però è perduto perché prima dell’udienza del 15 novembre ci potrebbe essere un nuovo tavolo di confronto per trovare un accordo. La Rete l’Abuso, nel frattempo, continua la sua «indagine».

«C’è stata la richiesta danni, da parte di 5 vittime. Riguardano ragazzi che erano stati precedentemente tolti alle famiglie e affidati dai servizi sociali sotto la tutela di Giraudo. E’ stato un percorso difficile malgrado l’associazione dia il patrocinio gratuito alle vittime, abbiamo pagato noi le perizie. Il prossimo 15 novembre c’è la scadenza dei termini, entro quella data se la diocesi avanzerà una proposta ragionevole si potrà discuterne, prima di andare in udienza», tira dritto Francesco Zanardi.

Una richiesta milionaria che arriva a 7 anni dalla condanna di don Nello Giraudo, sotto la cui tutela si trovavano 3 delle 5 vittime. I cinque procedimenti civili sono seguiti dagli avvocati dell’associazione, Francesca Rosso ed Elena Peruzzini. Ma non sarebbero gli unici episodi. Pare che a Savona, per una serie di circostanze, ci fosse una concentrazione di preti pedofili. E che la vigilanza da parte della diocesi, fosse molto scarsa come più volte denunciato dalla Rete L’Abuso che ha iniziato ad alzare il coperchio bussando più volte la porta alla Procura e chiedendo un intervento severo della Santa Sede.

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