Genova. La Liguria sarà la regione ospite d’onore del Salone del Libro di Torino, in programma dal 9 al 13 maggio 2024. Una terra di navigatori e di scrittori, ricca di storia e di cultura, che si presenterà al pubblico con un fitto programma di eventi, mostre e incontri.
«Siamo orgogliosi di essere la regione ospite del Salone del Libro – ha dichiarato il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – La Liguria è terra di cultura e di tradizione letteraria, da Calvino a Montale, da De André a Sanguineti. Il Salone sarà un’occasione per far conoscere al grande pubblico la ricchezza della nostra regione, non solo dal punto di vista paesaggistico e turistico, ma anche da quello culturale e letterario».
Un villaggio ligure al Lingotto
Al Salone del Libro la Liguria sarà presente con un vero e proprio villaggio, allestito all’interno del Lingotto Fiere. Un’area di 200 metri quadrati che ricreerà l’atmosfera di una tipica piazza ligure, con case colorate, panchine e un palco per gli eventi.
Nel villaggio saranno ospitati scrittori, editori, musicisti e artisti liguri. In programma, incontri, presentazioni di libri, concerti, reading e laboratori per bambini.
Un omaggio a Fabrizio De André
Particolare attenzione sarà dedicata a Fabrizio De André, a vent’anni dalla sua scomparsa. Il cantautore genovese sarà celebrato con una mostra, un concerto e un convegno.
La Liguria da Montale al pesto
Il Salone del Libro sarà anche l’occasione per promuovere le bellezze e le eccellenze della Liguria. Dalle Cinque Terre a Portofino, dai borghi dell’entroterra alle città d’arte, la regione offrirà al pubblico un ventaglio di proposte turistiche per tutti i gusti.
Non mancheranno, naturalmente, i prodotti tipici della gastronomia ligure, dal pesto alle acciughe di Monterosso, dal vino Pigato all’olio extravergine d’oliva.
Un’occasione per potenziare la cultura
«Il Salone del Libro – ha concluso Toti – è un’occasione importante per potenziare la macchina della cultura nel nostro Paese. La cultura è democrazia, ma anche economia. Investire in cultura significa investire nel futuro del nostro Paese».
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