Massimiliano Spigno e Paolo Barbieri
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Il Presidente Spigno: «Il nostro obiettivo è, e rimane, quello di tutelare le piccole e medie imprese attraverso un dialogo a tutti i livelli istituzionali».

Genova. Il Tar della Liguria ha accolto il ricorso presentato dal Civ Fronte del Porto–San Teodoro e da Confesercenti contro il procedimento di annullamento della riperimetrazione dello stesso Civ, disposto il 3 agosto 2018 dal Comune di Genova, con importanti conseguenze sul regime urbanistico-commerciale della zona di San Benigno.
Il Tribunale amministrativo, infatti, ha così ripristinato la perimetrazione del Civ Fronte del Porto sancita dalla determinazione della Direzione Sviluppo Economico dell’8 novembre 2017, che ne aveva ampliato l’estensione fino a ricomprendere anche l’area poi assegnata ad Esselunga Spa per la realizzazione di una grande struttura di vendita dalla contestatissima delibera del consiglio comunale del 23 febbraio scorso.

Tornando tale area all’interno del perimetro del Civ, invece, l’ipermercato non può più essere realizzato, stante il divieto previsto dalla legge regionale n. 1 del 2007 (art. 26 comma 3 quater), secondo la quale «laddove esista un centro integrato di via, all’interno dell’area perimetrata dal Comune, è vietato l’insediamento di grandi strutture di vendita, centri commerciali nella forma di grandi strutture di vendita, parchi commerciali, distretti commerciali tematici, polo enogastronomico, in quanto aree soggette a particolare tutela ambientale».

«È importante partire dal perché siamo arrivati al ricorso, e a questa vittoria – esordisce Massimiliano Spigno, presidente di Confesercenti Genova –. Ricorrere all’autorità giudiziaria non è sicuramente un obiettivo della nostra associazione né dei Civ e degli operatori che rappresentiamo: il nostro obiettivo è, e rimane, quello di tutelare le piccole e medie imprese attraverso un dialogo a tutti i livelli istituzionali tra cui, ovviamente, le amministrazioni comunali e, in particolare, l’amministrazione della nostra amata città. In questo caso, però, eravamo stati letteralmente costretti dalle azioni del Comune di Genova a farci promotori, insieme al Civ Fronte del Porto, del ricorso che viene oggi accolto, essendoci stata preclusa ogni via di dialogo ed essendo stati messi davanti ad un fatto compiuto».

«Dopo anni di riunioni, proposte e verifiche sul campo, in una calda mattinata estiva del 2018 veniva cancellata, all’improvviso, la perimetrazione del nostro Centro integrato di via, approvata solo pochi mesi prima: un provvedimento che coglieva tutti noi di sorpresa, giungendo di punto in bianco tramite una fredda pec e senza nessuna interlocuzione preliminare – ricostruisce Andrea Solinas, presidente del Civ Fronte del Porto –. Per questo motivo, senza mai venir meno alla nostra ricerca di un dialogo fattivo e costruttivo con tutti gli interlocutori, ci siamo trovati in brevissimo tempo a dover preparare un ricorso davanti al Tar, insieme a Confesercenti e assistiti dall’avvocato Alessio Barbieri, che ringraziamo. L’accoglimento conferma, oggi, la fondatezza di tutte le nostre perplessità di allora».

«Il Tribunale amministrativo ha stabilito che il lavoro svolto in anni di dialogo non solo non era da buttare ma, anzi, rappresenta la pietra su cui costruire il rilancio delle delegazioni, mettendo al centro la rete dei Civ e delle tante piccole realtà che stanno cercando di risollevarsi in questo periodo di pandemia – riflette Paolo Barbieri, vicedirettore di Confesercenti Genova. – Non siamo quelli che dicono No a tutto, siamo piuttosto quelli che pensano che la città non possa reggersi solo sulle grandi strutture di vendita, bensì su un equilibrio tra grande e piccolo commercio. La legge regionale prescrive che nelle aree dei Civ si possano insediare medie strutture di vendita e allora non chiediamo altro che il rispetto della legge, concertando, al contempo, interventi a favore degli esercizi di prossimità, senza ricorrere a sterili scorciatoie a favore di interessi privatistici che avrebbero il solo effetto di aprire nuovi contenziosi. Il tutto a discapito del vero interesse dei genovesi: il diritto ad avere un mix equilibrato nell’offerta commerciale e non soltanto cattedrali nel deserto».

c.s.

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