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L’andamento dell’artigianato ligure nei primi 3 mesi dell’anno segna un calo dello 0,19%. L’edilizia tiene (+0,1%), soffre il manifatturiero (-0,3%). Grasso (Confartigianato): «Tiene il settore edile. Nei prossimi mesi ci giocheremo il futuro del nostro tessuto imprenditoriale»

Genova. Artigianato ligure al palo in questo primo trimestre dell’anno, sul quale continuano a pesare le conseguenze economiche del Covid-19. Il saldo tra aperture (921) e chiusure di attività (1.005) è negativo di 84 microimprese (-0,19%), che complessivamente, in regione, si attestano sulle 42.845 unità. 65 in meno rispetto al dato di fine 2020 (42.910). Lo dicono gli ultimi dati Infocamere-Movimprese, analizzati da Confartigianato.

Anche a livello nazionale risulta un calo dello 0,19%, con quasi 3 mila imprese perse nel trimestre: 26.415 aperture e 29.354 chiusure su un totale di quasi 1 milione e 280 mila imprese artigiane.

Per quello che riguarda i principali settori, il manifatturiero artigiano ligure conta all’attivo 6.878 micromprese: 132 aperture e 154 chiusure nel trimestre. Il calo è dello 0,3%. Pochi scossoni anche nell’edilizia, che conta 20.812 microimprese totali: 490 le nuove aperture e 471 le chiusure, con un saldo leggermente positivo dello 0,1%.

I dati provinciali: nei primi tre mesi dell’anno a Genova, in totale 21.862 microimprese artigiane attive, chiudono 481 realtà e ne aprono 460. Il saldo è di 21 microimprese in meno, -0,09%. Recupera qualcosa l’edilizia (242 aperture, 217 chiusure, 10.411 microimprese totali), +0,24%, mentre il manifatturiero registra un trend negativo dello 0,33% (69 aperture, 81 chiusure, 3.576 microimprese totali).

A Savona sono 8.624 le microimprese attive. Nel primo trimestre ne aprono 186, le chiusure sono 237, per un totale di 51 unità in meno (-0,57%). Per quello che riguarda il manifatturiero, 1.344 microimprese all’attivo, 26 aperture e 33 chiusure nel trimestre, la curva è in calo di mezzo punto percentuale. Giù anche l’edilizia, che perde 109 microimprese nei primi tre mesi dell’anno a fronte di 99 nuove iscrizioni. 4.360 le realtà attive, giù dello 0,22%.

L’artigianato di Imperia nel primo trimestre 2021 conta 7.164 microimprese attive, praticamente invariate con 155 nuove iscrizioni e 157 cessazioni d’attività. Continua a crescere il settore delle costruzioni (che aveva chiuso l’anno in positivo di oltre il 2%): 83 chiusure, 91 aperture sulle 3.891 microimprese attive (+0,2%). In sofferenza la manifattura artigiana: 17 nuove iscrizioni contro 23 cessazioni d’attività, su un totale di 981 micro e piccole imprese. Il calo è dello 0,6%.

Infine La Spezia: le imprese artigiane attive a fine trimestre sono 5.195, il saldo tra nuove aperture (120) e chiusure (130) è negativo di dieci unità, per una leggera decrescita dello 0,19%. L’edilizia conta 2.150 realtà, 58 nuove aperture e 62 chiusure, lieve calo dello 0,18%. Anche il manifatturiero spezzino resta pressoché stabile nel trimestre, con 977 microimprese attive: le nuove iscrizioni sono state 20, mentre 17 le chiusure (+0,3%).

«Il settore edile regge – osserva Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – ma saranno le prossime mosse a decidere il futuro delle nostre imprese. Il piano vaccinale, le azioni per la ripartenza, gli interventi di accesso al credito e della programmazione del Pnrr e dei prossimi fondi comunitari, nonché il piano di riforme, dalla PA alle infrastrutture, dal fisco alla giustizia, saranno passaggi fondamentali per rimettere in moto la nostra regione e il nostro Paese».

c.s.

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