Mari italiani sempre più pericolosi: occhio agli avvistamenti

Occhio ai mari italiani, non avete la benché minima idea di quello che si riesce a trovare (e nascondere) al suo interno. Gli avvistamenti parlano da soli.

In estate la voglia di trascorrere le giornate al mare soprattutto nel tempo libero e nel weekend è assolutamente palpabile, soprattutto in alcune zone della penisola dove il mare è protagonista. Seppur il mare sia proprio uno dei motivi che spingono numerosi turisti ed approdare nel Belpaese, bisogna comunque prestare attenzione ad un dato preoccupante circa i nostri mari. Le acque stanno attraversando un momento molto critico e causa di un allarmante aumento delle temperature dell’acqua che mettono in pericolo gli ecosistemi marini.

Mare panoramico
Mare caldo pericolo per il Mediterraneo (mediagold.it)

Uno shock termico che agisce indisturbato ormai da anni e che sta portando progressivamente dei danni ingenti. A farne le spese soprattutto è il Mar Mediterraneo e tra le sue aree più vulnerabili vi è una delle mete turistiche principali dell’Italia. Si parla chiaramente della Sardegna, un’isola da sempre ambita ed affollatissima da turisti provenienti non solo dall’Italia ma da ogni parte del mondo. È brutto pensare di come le coste della Sardegna siano esposte a questo pericolo. Ma il dato non stupisce, almeno secondo gli esperti non è affatto nuovo.

Mari italiani sempre più pericolosi, le zone colpite

Del resto se ne parla da anni di questa urgenza; inoltre lo scorso anno è stato redatto il Report Mare Caldo 2024 in Italia e dimostra una crescita anomala delle temperature marine che porta inevitabilmente a delle ripercussioni devastanti sulla biodiversità. Le acque calde compromettono gli habitat e le specie che popolano i nostri fondali. Proprio dalla Sardegna è partita l’emergenza climatica: solo nel 2024 – per non andare tanto lontano – si sono registrate 14 ondate di calore marino sull’isola di Asinara. Le acque hanno raggiunto temperature fino a 5 gradi superiori rispetto alla media stagionale compromettendo la biodiversità marina quali coralli, gorgonie marine ed altri organismi.

Cladocora Caespitosa
Mare in pericolo (mediagold.it)

Purtroppo non è un caso isolato: anche a Capo Carbonara e Tavolara-Punta Coda Cavallo la situazione non è delle migliori. Aree marine protette che stanno vivendo questo periodo molto allarmante: nel primo caso si registra un aumento di 1,5 gradi mentre nel secondo caso sono stati osservati proprio dei segnali di stress in 48 specie con annesso deterioramento degli equilibri ecologici. Il corallo mediterrao, la Cladocora caespitosa sta subendo uno sbiancamento causato dal danno ambientale. Per non parlare della morte delle gorgonie e la diffusione di specie aliene termofile con conseguenze irreversibili sulla biodiversità autoctona.

Non c’è mai fine al peggio

Oltre ai sopra citati effetti del riscaldamento globale, il Mediterraneo è gravato da un’altra zavorra: l’inquinamento da plastica e sostanze tossiche. Insomma, il mix di questi due fattori mette a rischio la sopravvivenza di intere ecosistemi ma anche le attività economica tradizionali quali pesca e il turismo che sono le basi su cui si fonda l’economia in queste zone. E’ necessario che ci si attivi tempestivamente ed in maniera concreta per salvaguardare il nostro mare.

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