Si torna a parlare dell’Uomo Gatto di Sarabanda e stavolta per degli insulti che hanno spiazzato: “Sono dei colerosi”. Poi arrivano le scuse.
Protagonista della trasmissione di Enrico Papi molto a lungo, stavolta si è fatto notare per delle parole molto forti alle quali però poi ha deciso di rimediare.

Gabriele Sbattella, questo il suo nome di battesimo, ha fatto la sua prima apparizione in televisione il 12 novembre del 2002 diventando campione del programma di Italia 1 superando il concorrente mascherato Max. È riuscito a conquistare il pubblico con la sua eccentricità ed è diventato il campione più presente rimanendo a bordo per 79 puntate fino a quando Diego Canciani, noto come “Tiramisù”, lo eliminò nel febbraio del 2003.
Nel corso degli anni si è visto diverse volte come protagonista nei vari tentativi fatti di rilanciare la trasmissione. Ha anche scritto due libri pubblicati rispettivamente da Santelli Editore e da Masciulli Editore. Oggi però torniamo a parlare di lui non per qualche nuova apparizione, ma piuttosto per una situazione spiacevole che l’ha visto protagonista. Un aspetto che sicuramente molti di voi se ne sarà accorto, ma cosa è successo?
Uomo Gatto: “Sono dei colerosi”, poi le scuse
L’Uomo Gatto è stato protagonista di uno scivolone totalmente inatteso che ha spiazzato il paese, ma sul quale ha avuto l’intelligenza di tornare indietro. E d’altronde, come si dice, scagli una pietra chi non ha peccato.

Sui social si era scatenato dopo la vittoria dello Scudetto del Napoli, tuonando con un “Colerosi nullafacenti”, cosa che aveva portato a conseguenti e prevedibili polemiche. Queste parole avevano portato a ulteriori insulti, reazioni e davvero tanta tensione direttamente sui social network.
A Fanpage, Gabriele ha deciso di chiedere scusa con una lunga lettera in cui ha dimostrato la sua sensibilità: “Volevo scusarmi per quanto scritto sui social network qualche giorno fa, dove ho usato parole pesanti e quanto meno irripetibili sui tifosi del Napoli. Non era mia intenzione dover scatenare un polverone“.
Ha poi spiegato anche una situazione che lo aveva infastidito: “Vedere quella bara mi aveva riportato alla mente la scomparsa dei miei amati genitori a cui ero molto legato e da cui non mi sono ripreso nonostante sia passato del tempo”.
La bara a cui si riferisce è quella del goliardico “funerale” fatto dai presenti per celebrare la sconfitta dell’Inter oltre alla loro vittoria netta sul campo. “Si può festeggiare in maniera goliardica ma quando si mettono in mostra simboli che richiamano al lutto e alla morte anche no”, conclude.