Liliana Resinovich, cosa può emergere dai nuovi esami richiesti

Nuovi esami sul corpo di Liliana Resinovich, la donna trovata morta a Trieste della quale tutti parlano da oltre due anni.

Nella giornata di ieri, la Procura di Trieste ha dato il via a nuovi accertamenti irripetibili sul corpo di Liliana Resinovich. Cinque esperti di grande rilievo, tra cui Cristina Cattaneo ed Elena Pilli, sono stati incaricati di fare luce sulle circostanze della sua morte. La vicenda, che ha mantenuto un’aura di mistero per oltre due anni, sembra essere ancora lontana dalla risoluzione.

Liliana Resinovich in una delle foto diffuse dopo la morte
Liliana Resinovich, cosa può emergere dai nuovi esami richiesti (Mediagold.it)

Il caso è diventato mediatico in quanto se ne sono occupate soprattutto molte trasmissioni televisive che indagano sul crime e i cold case nostrani, da Chi l’ha visto? a Quarto Grado, ma al momento è stato possibile solo fare congetture e avanzare sospetti. Negli ultimi mesi, il marito della vittima, Sebastiano Visintin, è finito sotto inchiesta per omicidio, nonostante questo, il caso non abbia ancora risposte definitive.

Il mistero della morte di Liliana Resinovich

Mentre sul delitto di Garlasco, sembrano emergere incredibili verità nascoste, per quanto concerne il caso della morte di Liliana Resinovich, troppi dettagli restano avvolti nel mistero. La riapertura dell’inchiesta, dopo un lungo periodo di stallo, segna un nuovo capitolo nelle indagini sulla morte della donna, trovata senza vita nel gennaio 2022, a seguito della sua misteriosa scomparsa a dicembre 2021.

Liliana Resinovich in una delle foto diffuse dopo la morte
Il mistero della morte di Liliana Resinovich (Mediagold.it)

Il corpo della donna era stato rinvenuto avvolto in sacchi di plastica in un’area isolata. Da allora, le indagini hanno oscillato tra l’ipotesi di suicidio e quella di omicidio, con poche certezze emerse, sebbene la seconda delle due tesi ha iniziato recentemente a prendere corpo, e da qui le indagini che si sono concentrate su Sebastiano Visintin.

Che cosa prevedono i nuovi esami su Liliana Resinovich e chi li svolgerà

Il sostituto procuratore Ilaria Iozzi, che ha seguito il caso, per i nuovi esami, ha chiamato in causa il fior fiore degli esperti di criminologia forense di questo Paese, come Cristina Cattaneo, una delle massime autorità in Italia per le autopsie, che sarà affiancata da una squadra composta da Stefano Tambuzzi, Elena Pilli, Rosario Casamassima e Oscar Ghizzoni.

Liliana Resinovich in una delle foto diffuse dopo la morte
Che cosa prevedono i nuovi esami su Liliana Resinovich e chi li svolgerà (Mediagold.it)

L’indagine si concentrerà su aspetti di medicina legale, genetica e merceologia, con particolare attenzione a tracce biologiche e materiali. Non è invece chiaro se la Procura abbia chiesto nuove verifiche sulla famosa frattura vertebrale che era emersa nel secondo esame autoptico, ma che non è stata ancora chiarita completamente. Sembrerebbe di no, perché non vi è incarico a un radiologo forense.

Nel pool della Cattaneo, ci sono invece sia Elena Pilli, biologa ed esperta di cold case, che ha già lavorato su alcuni dei più celebri casi di cronaca nera in Italia, come quello di Yara Gambirasio, Serena Mollicone, Melania Rea e Elisa Claps, che Oscar Ghizzoni, ex ufficiale del RIS e chimico, molto esperto in fatto di analisi di tracce e materiali.

Il giallo della frattura della vertebra di Liliana Resinovich

L’elemento della frattura della vertebra della donna è di fondamentale importanza, perché al centro di una vera e propria querelle che va avanti da tempo: secondo un tecnico anatomopatologo, quella frattura sarebbe stata da lui accidentalmente causata nelle manovre avvenute subito dopo il ritrovamento del cadavere, ma per la famiglia della vittima non è così e accusa il tecnico di falso.

Almeno per il momento, la Procura non intende approfondire ulteriormente la frattura alla vertebra toracica di Liliana Resinovich, che aveva suscitato dibattiti tra i consulenti legali. Questo anche perché ci sarebbero altri elementi che comunque confermerebbero che la donna sarebbe stata vittima di un’aggressione e non invece di una caduta accidentale, come si è ritenuto per un periodo abbastanza lungo.

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