Ancora altre novità nelle nuove indagini sul delitto di Chiara Poggi: il supertestimone stupisce tutti con le sue dichiarazioni.
Sono passati quasi 18 anni dal delitto di Chiara Poggi, e ora, a sorpresa, spunta una voce rimasta inascoltata troppo a lungo. A parlare è un uomo, “Carlo” (nome di fantasia), contattato dalla trasmissione Le Iene, che ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti proprio nel momento in cui il caso è tornato sotto i riflettori.

Era il 13 agosto 2007 quando Chiara, 26 anni, venne trovata senza vita nella villetta di famiglia a Garlasco. Per quell’omicidio è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, l’allora fidanzato della ragazza. Eppure, secondo il racconto di Carlo, c’erano già allora elementi che potevano suggerire piste alternative. Elementi che, però, sarebbero stati ignorati.
Il supertestimone a Le Iene: le sue dichiarazioni
Il racconto arriva a Le Iene con molti anni di ritardo, ma secondo quanto afferma l’uomo, il tentativo di parlare risale proprio ai primi giorni dopo il delitto.
In ospedale, racconta, una donna gli avrebbe confidato di aver visto una scena inquietante: una delle due cugine di Chiara, Stefania Cappa, sarebbe entrata nella vecchia casa della nonna materna con un borsone e un’aria visibilmente agitata.

La testimone, che abitava vicino, avrebbe anche udito il rumore di un oggetto pesante gettato nel canale. Nessuno aveva mai visto prima le gemelle Cappa in quel luogo, e quell’episodio l’aveva colpita profondamente.
“Avevo detto tutto già 18 anni fa, ma non ci fu volontà di ascoltare”: affermazioni del supertestimone che fanno gelare il sangue
Colpito a sua volta da quanto ascoltato, Carlo racconta di aver deciso di riferire tutto all’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi. Ma la risposta che ricevette lo spiazzò: “Mi disse che c’era già un’indagine su Stasi e che non era possibile aprire un’altra pista”. A quel punto Carlo si tirò indietro. Oggi però, davanti a nuove domande e rivelazioni, sente che il suo silenzio non ha più senso.
La donna che gli confidò tutto non c’è più, ma Carlo conserva ancora un vecchio taccuino dove annotò, parola per parola, il racconto che gli era stato fatto. Quegli appunti, spiega la trasmissione, sono stati messi a disposizione della Procura di Pavia prima della messa in onda.
In tutti questi anni nessuno gli avrebbe mai chiesto di parlare, né mostrato interesse ad ascoltare la sua versione. Ora però, dopo il ritrovamento nel canale di Tromello di un martello e altri oggetti durante le ricerche legate al caso, le sue parole potrebbero riaprire interrogativi mai davvero chiusi.
Se quel borsone esisteva davvero, e se qualcosa è stato gettato nel canale, allora forse non tutto è stato detto sulla morte di Chiara. E forse, quel vecchio appunto dimenticato in un cassetto, può ancora dire qualcosa.
Sempio non si presenta in Procura, ma gli inquirenti avrebbero una sua impronta insanguinata sulla scena del crimine
E mentre tutti ci interroghiamo sulle parole del supertestimone, c’è stata un’altra svolta. Andrea Sempio, nuovo indagato per l’omicidio di Chiara, oggi doveva essere interrogato in Procura, ma non si è presentato.
Indiscrezioni affermano che almeno una delle impronte insanguinate trovate in casa Poggi, e anche vicino al corpo senza vita di Chiara, apparterrebbe proprio ad Andrea Sempio.

Questo lo collocherebbe sul luogo dell’omicidio, e non solo per suo DNA trovato sotto le unghie della povera Chiara. Probabilmente la Procura avrebbe voluto chiedere spiegazioni a Sempio su questa nuova prova, ma un cavillo legale – secondo la sua avvocatessa, Angela Taccia – ha reso nulla la convocazione formale, e pertanto, l’uomo non si è presentato.
Forse una strategia per avere il tempo di preparare una difesa più efficace alle domande della Procura. Invece, Alberto Stasi, giudicato colpevole dell’omicidio di Chiara e con cui era il fidanzato all’epoca dei fatti, oggi è stato sentito dagli inquirenti, il suo avvocato si dice fiducioso in una riscrittura del caso.