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Il caso sollevato dalla Cia Savona sulle vendite alla inesistente Florin Trade, ma lo Stato batte cassa.

Prima truffati di almeno 700 mila euro dalla «Florin Trade», una ditta inesistente i cui responsabili sono spariti nel nulla lasciando uffici e magazzini vuoti a Villanova d’Albenga. Ora una trentina di floricoltori albenganesi sono stati «puniti» dall’Amministrazione finanziaria dello Stato si è ricordata di loro. Tra i floricoltori che non avevano già provveduto autonomamente al pagamento dell’Iva, risultante non versata in quanto non provata la vendita all’estero, hanno ricevuto un avviso di pagamento, con tanto di sanzioni ed interessi dall’Agenzia delle Entrate. Tutto nasce quando, nella primavera del 2015, diversi floricoltori che avevano subito l’alluvione del novembre 2014 riuscirono a vendere piante in vaso fiorite ad una ditta locale affiliata ad una impresa olandese, la «Florin Trade». Pochi mesi dopo, quando le scadenze di pagamento convenute non venivano rispettate, la sorpresa amara. Si è scoperto che la «Florin Trade» che si era mostrata interessata nella distribuzione all’estero di aromatiche, piante di vario genere, fiori in vaso, vino, olio, era una ditta inesistente. Così una trentina di floricoltori dell’Albenganese sono stati truffati senza la possibilità di recupere, neanche in parte, il valore fatturato delle piante vendute. Ad oltre quattro anni di distanza il Fisco si è ricordato di loro tanto che i floricoltori hanno ricevuto un avviso di pagamento. Un caso che è stato oggetto di un approfondimento da parte della direzione di Cia Savona, che ha esaminato la situazione. Mewes Jochen, responsabile Gruppo di Interesse Floricolo di Cia Liguria e membro della Giunta Cia di Savona, ha raccolto le perplessità ed il rammarico di alcuni colleghi che sono stati raggiunti da questa richiesta di pagamento: «E’ onestamente difficile accettare che un imprenditore truffato, che non ha ricevuto alcun pagamento per una vendita fatturata, debba ricevere l’intimazione al pagamento sulla base dell’assunto che non è stata dimostrata l’avvenuta cessione all’estero». Ancora il responsabile della Cia: Alcune norme seguono una logica non accettabile; ovvero che l’impresa, in questo caso agricola, abbia la responsabilità di verificare ogni aspetto collegato alla propria attività e di assumersene l’onere anche in caso sia vittima di una truffa, peraltro denunciata alla pubblica autorità». Infatti era stata la guardia di finanza a segnalare all’Agenzia delle entrate i mancati versamenti delle tasse e ovviamente alla Procura della Repubblica di Savona.

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