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Albenga. Il pescatore di reperti archeologici. Potrebbe essere il titolo di un racconto, ma ad Albenga la realtà supera la fantasia e quando si dice che nella Città delle Torri si è circondati dalla storia, si pronuncia una grande verità, non una frase fatta o un detto senza fondamenti.

Quanto avvenuto lo scorso sabato (31 luglio) ne è chiara testimonianza.

Roberto Masia, residente ad Albenga classe 1963, si trovava, come d’abitudine, presso la foce del fiume Centa armato di canna da pesca quando ad attirare la sua attenzione non è stata né un’orata né un bel branzino, ma degli strani oggetti sulla riva.

Il signor Masia ha capito subito che non si trattava di semplici pietre o cocci, ma di qualcosa di speciale.

Il suo grande senso civico l’ha portato a raccogliere quanto ritrovato e, senza pensarci due volte, ha portato il tutto al Comando della Polizia Locale di Albenga.

Ad accoglierlo gli agenti, in particolare l’Ispettore Lodovico Spiota che, conseguentemente alle reminiscenze di quando studiava archeologia all’università, ha capito immediatamente che si trattava di reperti archeologici della tarda età antica in parte probabilmente portati dal mare durante l’ultima mareggiata e, in parte, provenienti dal sito di San Clemente.

Nella giornata di oggi l’Ispettore Spiota si è confrontato con Camillo Costa dell’Istituto di Studi Liguri il quale ha contattato la dott.ssa Marta Conventi della Soprintendenza.

Entrambi da una prima valutazione hanno ritenuto probabile l’ipotesi formulata dall’Ispettore Spiota.

Gli oggetti rinvenuti durante la fortunata battuta di pesca appartengono, con tutta probabilità, all’epoca tardo antica (collocata storicamente tra il 600 e l’850 D.C.) e potrebbero essere:

  • fregio angolare in ceramica gialla (potrebbe trattarsi di una tegola di copertura di una tomba del sito di San Clemente)
  • ansa anforacea in ceramica gialla
  • due cocci di ceramica scura
  • coccio di ceramica con resti di vetrificazione (potrebbero essere appartenuti ad una pignatta)
  • due porzioni di ansa
  • porzione di conchiglia presumibilmente fossile

I reperti, come concordato con la Soprintendenza, saranno conservati presso il Comando della Polizia Locale in attesa dell’esame da parte dei competenti Uffici del Ministero.

L’assessore alla Polizia Locale Mauro Vannucci: «La Polizia Locale di Albenga dimostra ancora una volta di essere vicina ai cittadini che si rivolgono agli agenti certi di trovare in essi interlocutori attenti e professionali in grado di rispondere a tutte le necessità ed esigenze. Gli uomini e le donne della Polizia Locale di Albenga hanno competenze, personali e professionali, di altissimo livello e un grande spirito di iniziativa che li porta a conseguire ottimi risultati in ogni campo. Oltre a ringraziare in particolare l’Ispettore Spiota, oggi voglio ringraziare anche tutti quei cittadini che, dimostrando senso civico e attenzione alla comunità si fanno parte attiva della stessa attraverso i canali istituzionali e collaborando con gli organi competenti.»

Afferma il sindaco Riccardo Tomatis: «Albenga, un mare pieno di storia! È un’affermazione che pronuncio spesso e che oggi si rivela più che mai corrispondente al vero. Nella nostra città la storia ci circonda, ci avvolge, si trova ovunque. Questa caratteristica renda Albenga unica. Storia, arte, cultura, archeologia (anche subacquea) in una città viva come la nostra, sono questi i valori aggiunti che come Amministrazione stiamo cercando di sviluppare, valorizzare e far conoscere sia in Italia che all’estero. Voglio ringraziare in particolare il signor Masia per la sensibilità dimostrata nel consegnare i preziosi reperti alla Polizia Locale che ancora una volta si pone a servizio dei cittadini e della comunità. Ringrazio l’Ispettore Spiota che si è prontamente attivato collaborando con l’Istituto di Studi Liguri e con la Soprintendenza per riuscire a valorizzare al meglio gli oggetti rinvenuti che saranno custoditi presso il Comando di Polizia Locale in attesa dell’esame da parte degli esperti».

c.s.

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