Nuovi richiami nei supermercati, questa volta a destare preoccupazione è il pesce: presente troppo mercurio all’interno.
Non tutti gli alimenti che arrivano sulle tavole italiane fanno bene alla salute. Non si tratta, però, di una distinzione sulla base di cibi salutari e non. Si tratta di alimenti che possono essere dannosi per l’organismo a causa di pesticidi e agenti chimici.
Un esempio è rappresentato dal pesce. Negli ultimi anni, i report rivelano come questo alimento è sempre più contaminato. Sarebbe soprattutto la presenza di troppo mercurio a suscitare preoccupazione.
Verso la fine del 2024 a rendere nota la preoccupante situazione è stato un report di Greenpeace che ha rivelato la contaminazione da PFAS del pesce italiano. Le analisi mostrano livelli allarmanti di PFOS in diverse specie ittiche pescate in Toscana, Calabria e Friuli-Venezia Giulia, livelli che in alcuni casi superano anche le soglie di tolleranza stabilite dalle autorità sanitarie europee.
L’ultima indagine condotta pone l’attenzione sulla contaminazione da PFAS nel pesce. Sul sito web di Greanpeace vengono riportati i report e le indagini condotte dall’unità investigativa che «indaga sui crimini ambientali, sui conflitti di interesse e su tutte le scelte politiche e industriali che ci stanno portando verso il disastro climatico».
A richiamare alcuni lotti di pesce è stata la catena Iper. Oggetto del richiamo alimentare il pesce spada speziato aromatizzato a marchio Iper. Il prodotto è venduto in buste sottovuoto con cartoncino, a peso variabile. I lotti sono stati commercializzati in tre punti vendita nel milanese: Arese, Rozzano e Vittuone. Il motivo indicato sull’avviso di richiamo è la presenza di mercurio oltre i limiti di legge.
A scopo precauzionale, si raccomanda di non consumare il pesce spada con determinate date di scadenza e numeri di lotto, invitando gli acquirenti a restituire al punto vendita Iper le confezioni oggetto di richiamo. I lotti contaminati sono quelli che riportano le seguenti date di preimballo e scadenze:
Purtroppo, non sono solo i lotti indicati a destare preoccupazione. In generale, la qualità del pesce italiano sta peggiorando, come rivelano le indagini e i report di Greenpeace. Nelle specie marine oggetto di indagine, sono stati rilevati significativi livelli di PFOS (Acido Perfluorottansolfonico) soprattutto nei cefali. Questi pesci vivono infatti nelle foci dei fiumi, dove l’accumulo di inquinanti è maggiore. A sensibilizzare l’attenzione pubblica sulle condizioni degli ecosistemi marini sono sempre più associazioni (come I Messaggeri del Mare), ma la situazione resta critica.
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