Ci sarebbe una disputa in corso tra il governo italiano e lo scrittore e drammaturgo italiano Stefano Massini: in ballo fondi per la cultura.
A quanto pare, Stefano Massini, noto scrittore e drammaturgo internazionale, sarebbe finito nel mirino del governo guidato da Giorgia Meloni. L’esecutivo, viene spiegato da fonti vicino alla nota personalità del teatro italiano, starebbe valutando la possibilità di ridurre i fondi destinati al Teatro della Toscana, istituzione di cui Stefano Massini è responsabile dal gennaio di quest’anno.
Alcune voci che circolano sui media locali suggeriscono che il governo stia preparando un attacco economico all’ente, proprio nel momento in cui dall’altra parte, ovvero tra chi guida appunto il teatro, ci sarebbe una reale intenzione di rendere la cultura teatrale più accessibile al pubblico, puntando su un teatro inclusivo e capace di raggiungere tutti.
Rispetto a un presunto braccio di ferro, che andrebbe peraltro avanti da tempo, lo stesso Stefano Massini ha espresso il suo disappunto in un’intervista a Collettiva, dichiarando di essere “abbastanza allibito e profondamente rattristato” da tali voci, che sperava non fossero vere. Secondo quanto affermato dal diretto interessato la “penalizzazione” delle sue attività sarebbe un’offesa al lavoro che ha svolto negli anni.
Negli anni, infatti, Stefano Massini ha avuto modo di esportare le sue opere in Italia e all’estero, promuovendo il teatro italiano in tutto il mondo. L’autore della Lehman Trilogy, tradotta in 15 lingue e vincitrice di cinque Tony Awards, i cosiddetti Oscar del teatro, si è ritrovato dunque a dover fare i conti, almeno a quello che appare in queste ore, a una vera e propria censura.
Da parte sua, il celebre scrittore e drammaturgo, che conosciamo anche per le sue apparizioni televisione sia sulle reti Rai che su La7, si dice contento dell’attenzione e della solidarietà che ha ricevuto da più fronti. Con lui si sono schierate importanti personalità della cultura italiana, come Dacia Maraini, Antonio Scurati, Michele Serra, Toni Servillo, Fiorella Mannoia, e molti altri.
Da più parti, la richiesta è una sola, ovvero che il Teatro della Toscana sia “finalmente libero da ingerenze politiche”. Toscano di Firenze, 50 anni il prossimo settembre, Stefano Massini è sempre stato uno vicino alle istanze di libertà e di diritto alla critica, tant’è che uno dei suoi più celebri spettacoli è dedicato alla memoria di Anna Politkovskaja e ispirato proprio alla vita della giornalista russa.
Il caso di Stefano Massini e di una possibile censura per ragioni politiche mette in luce una crescente politicizzazione delle istituzioni culturali e apre un dibattito sull’indipendenza artistica, sempre più messa alla prova dalle dinamiche politiche nazionali. L’invito che oggi arriva da più parti è quello di farlo lavorare con serenità, lasciandogli anche la possibilità e il diritto di farlo.
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