Sono passati decenni dall’attacco della Pietà di Michelangelo da parte di un geologo: l’atto vandalico la stava quasi per distruggere in modo irreversibile. La vicenda è accaduta il 21 maggio del ’72. Scopriamone tutti i dettagli.
Tra le opere d’arte più incredibili della storia dell’arte spicca la Pietà di Michelangelo. Capolavoro senza tempo, pilastro del patrimonio culturale dell’umanità, si tratta di una scultura dal valore inestimabile, incastonata nello splendido scenario della Basilica di San Pietro a Roma.
La scultura di Michelangelo rappresenta la Vergine Maria da giovane, in tutta la sua bellezza e con un volto sereno, malgrado il momento tragico: seduta su una roccia, Maria tiene in grembo Cristo morente, che nonostante questo appare armonico, modellato e dalle proporzioni perfette. La scultura ricorda una piramide nella sua composizione ed è impregnata di drammaticità. Oltre che stupenda, è estremamente innovativa per l’epoca, per via della tragicità emotiva della composizione che contrasta con la bellezza della statua.
La Pietà di Michelangelo è famosa in tutto il mondo. La scultura è senza tempo rappresenta una delle opere più importanti nella storia dell’arte.
La scultura è stata soggetta a un episodio tragico: il capolavoro di Michelangelo ha rischiato di essere danneggiato in modo irreversibile. L’autore di questo reato è stato il geologo ungherese László Tóth, che il 21 maggio 1972 (la domenica di Pentecoste) irruppe nella Basilica di San Pietra alle 11,30 del mattino.
L’uomo, dai capelli lunghi e la barba bionda, vestito di blu e con una camicia rossa, scavalcò la balaustra per danneggiare la statua. Quel 21 maggio del ‘72 il geologo tirò fuori un martello, colpendo più volte Cristo e la Madonna: all’epoca Tóth aveva 33 anni, la stessa età di quando Gesù fu crocifisso.
All’età di 25 anni László si trasferì dall’Ungheria all’Australia, dove lavorò in una fabbrica, visto che la sua laurea non venne riconosciuta. Approdato in Italia nel 1971, iniziò a farsi crescere i capelli e la barba, ricreando l’aspetto di Cristo.
Il suo tentativo di danneggiare la scultura di Michelangelo (proprio il giorno del suo 34esimo compleanno) era ben preciso: dimostrare come lui fosse il messia. Mentre il geologo colpiva la Pietà ripeté “Cristo è risorto! Io sono Cristo!” per un paio di minuti quando poi fu fermato da un vigile del fuoco.
Con 12 martellate, Tóth ha troncato la mano della Vergine, staccandole anche il naso e lasciando sull’opera diversi segni. Il geologo si è in particolare scagliato con la Madonna, che per lui probabilmente incarnava la chiesa. Dopo il gesto, Tóth è stato arrestato, iniziando a scrivere ai giornali spiegando le motivazioni del suo gesto. Per lui era inaccettabile il fatto che la chiesa riconoscesse un unico Cristo: prima di quel gesto folle, l’uomo non ha mai dato segni di stranezze.
La statua è stata compromessa fortemente per colpa del geologo, ma grazie a uno straordinario lavoro di restauro l’operazione è andata a buon fine.
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