Selvaggia Lucarelli condannata per una diffamazione: 65 mila euro di risarcimento

La giornalista Selvaggia Lucerelli condannata in Tribunale: la multa di 65 mila euro dopo le accuse diffamatorie allo psicologo Foti.

Si torna a parlare del caso Bibbiano, il Comune in provincia di Reggio Emilia, che nell’estate del 2019 è stato al centro dell’attenzione mediatica per via del sospetto, ai danni di 17 persone, tra amministratori, psicoterapeuti e assistenti sociali, di aver manipolato decine di affidamenti di minori, affidando bambini ad amici e conoscenti, allontanandoli dalle famiglie.

False relazioni a seguito di sedute di psicoterapia manipolate per suggestionare i bambini, alterando i loro ricordi in modo tale da accusare di molestie genitori e insegnanti. L’inchiesta era partita l’anno precedente, nel 2018, a seguito di alcune segnalazioni che indicavano affidamenti anomali ed eccessivi, e soprattutto dopo il suicidio della bidella Agnese Usai, accusata di aver abusato di una bambina nella scuola nella quale lavorava.

Guai per i giornalisti Selvaggia Lucarelli e Marco Travaglio dopo le accuse allo psicologo Claudio Foti

Il Tribunale civile di Torino, dopo un accurato esame delle prove, ha condannato la giornalista Selvaggia Lucarelli per diffamazione, per via di una serie di articoli diffamatori pubblicati sulla testata Il Fatto Quotidiano tra il 2019 e il 2020 e nei confronti dello psicoterapeuta Claudio Foti. Nei guai anche Marco Travaglio, anche lui chiamato al risarcimento per diffamazione.

Dovrà essere risarcito di ben 65 mila euro, lo psicologo Claudio Foti, accusato ingiustamente, come sottolineato dal tribunale di Torino, di aver manipolato le sedute di psicoterapia con i bambini, per indurli ad accusare di pedofilia e abusi i propri genitori. La Lucarelli nei suoi articoli ci è andata giù pesante, utilizzando toni duri contro lo psicologo, accusandolo essere responsabile di manipolazione e di abuso.

Lucarelli e Travaglio, dunque, secondo il Tribunale avrebbero peccato di presunzione, erigendosi a giudice, senza avere in mano alcuna prova concreta nei confronti del soggetto preso di mira, in questo caso lo psicologo Claudio Foti. Inoltre, visto il ruolo mediatico che entrambi ricoprono, avrebbero diffuso errate informazioni, trasformando il diritto di critica in gogna mediatica.

Dal diritto di critica alla gogna mediatica: la manipolazione della realtà dei due giornalisti

Avrebbero perseguitato un presunto innocente per circa un anno, facendo passare Foti per il responsabile della morte della bidella di Cagliari Agnese Usai e di tanti altri abusi. Foti dipinto come un mostro manipolatore, il quale avrebbe sfruttato il suo potere psicologico per sottomettere e schiacciare i minori che aveva in cura. Una speculazione bella e buona, portata avanti senza alcuna prova.

Le accuse da parte dei giornalisti sono state pesantissime, e secondo il giudice contrasterebbero con le normative vigenti in un paese civile come il nostro. Per giudicare  e condannare una persona, prima di tutto servono delle prove concrete. L’informazione deve rimanere aderente alla realtà, senza manipolare fatti ed eventi, e non deve essere soggettiva.

Non basta essere indagati per trasformarsi in colpevoli, la giustizia non lavora così, ma fornisce prove prima di accusare qualcuno, cosa che non è stata fatta né da Selvaggia Lucarelli, la quale dovrà pagare 15 mila euro dei 65 mila totali, né Marco Travaglio. Il caso di Bibbiano ancora oggi fa discutere e comporta tanti lati oscuri. Diciassette le persone a processo per i presunti abusi su minori.

Claudio Foti era stato condannato nel 2021 in primo grado a quattro anni per lesioni e abuso di ufficio, poi scagionato. L’inchiesta Angeli e Demoni ha portato alla luce gravissimi abusi nel processo di affidamenti dei minori nel comune emiliano di Bibbiano.