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Rinchiuso in manicomio da bambino per un pezzo di pane: succede in Italia

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Andrea Cerasi

Ha trascorso gran parte della sua vita internato in un manicomio, è la storia di un uomo di Girifalco, in provincia di Catanzaro.

Girifalco è un Comune di quasi 5.500 abitanti in provincia di Catanzaro, in Calabria. Qui sorge uno degli ospedali psichiatrici più grandi in Italia, un tempo chiamati manicomi, poi riconvertiti in istituti di cura e correzione con l’introduzione delle Legge Basaglia, nel 1978. All’interno di questo ospedale, Pino Astuto ha trascorso gran parte della sua esistenza.

La piazza centrale di Girifalco (Mediagold.it)

Nato e cresciuto in quello che è stato battezzato come “Il paese dei pazzi”, Pino è stato internato in manicomio quando ancora era bambino, senza che soffrisse di alcun disturbo mentale. È stato una delle tantissime vittime di ingiustizia, una ingiustizia che ha fagocitato migliaia di anime. La struttura accoglieva, infatti, circa 1500 pazienti, praticamente una città di insani.

Girifalco e l’ospedale psichiatrico tra i più grandi in Italia: la storia di Pino Astuto

All’età di 8 anni, Pino Astuto era stato ricoverato in manicomio. Era il 1967. La sua colpa era stata quella di aver disubbidito alla mamma, non facendo le commissioni richieste. Quella mattina, Pino era stato mandato al mercato per acquistare un tozzo di pane. Acquistato il pane, il bambino, morso dalla fame, ne aveva approfittato per consumarlo tutto.

A casa era tornato con le mani vuote. Tuttavia, per la vergogna, il piccolo Pino aveva preferito non presentarsi davanti a sua madre, e così aveva deciso di dormire fuori casa, nei pressi del mercato del paese. La mattina seguente era stato trovato dalle guardie e condotto in ospedale, venendo sottoposto a lavanda gastrica. “Vostro figlio non lo rivedrete più”, avevano detto alla madre, senza tante spiegazioni.

L’ospedale psichiatrico di Girifalco in uno scatto degli anni 40 (Mediagold.it)

Pino era stato messo insieme agli altri pazienti, tutti adulti affetti da problemi mentali. Da lì in poi, la sua vita sarebbe stata diversa, infernale, un incubo vissuto tra le sbarre, sotto il costante sguardo dei guardiani e degli infermieri. Girifalco resta uno dei nomi legati a una delle pagine più drammatiche della psichiatria italiana, con l’istituto psichiatrico per decenni oggetto di abusi, di violenze, di violazioni.

La storia di Pino Astuto, il bambino chiuso in manicomio per 35 anni senza aver fatto nulla

Pino ha raccontato tutto ciò che ha dovuto subito, 35 anni di inferno. Camere sporche, dove veniva violata ogni forma di igiene, senza poter andare in bagno, costretto a fare i bisogni agli angoli della stanza. Punizioni corporali, come le frustate con stracci bagnati e pieni di sale, isolamenti per settimane, chiuso al buio e al freddo, con mani e piedi legati per giorni.

Vecchie fotografie del paese (Mediagold.it)

Una disumanità allucinante, inspiegabile, per un trauma mai superato. Grazie alla Legge Basaglia, che ha portato alla chiusura dei manicomi, la vita di Pino è cambiata. Niente più segregazioni e abusi, i pazienti messi prima della malattia, i diritti umani prima delle cure. Tuttavia, la riconversione dei manicomi in ospedali, non hanno potuto cancellare i traumi subiti e gli anni rubati.

Girifalco da anni cerca di sbarazzarsi dell’etichetta di paesi per pazzi, cercando di dimenticare una delle pagine più buie della sua storia. La vicenda di Pino Astuto deve essere un monito per tutti quanti, per ricordare l’importanza della tutela dei diritti umani e la dignità di ogni essere vivente, la quale non deve mai essere calpestata.

Andrea Cerasi

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