Ci sono numerose novità in arrivo per quanto riguarda uno dei temi più controversi del nostro paese. Un argomento che spesso viene sottoposto a continue modifiche e lascia sempre malcontenti. Stiamo parlando chiaramente delle pensioni. In attesa infatti della prossima Legge di Bilancio, il Governo vuole presentare a settembre un nuovo pacchetto di interventi e già sono emerse delle prime indiscrezioni che hanno proprio l’idea di dare una svolta significativa. Si parla della fine, stavolta definitiva, del sistema delle quote.

In particolare della quota 103 che, nella versione in vigore nel biennio 2024-2025, offre la possibilità ai lavoratori di andare in pensione anticipata con 64 anni di età e 41 anni di contributi. Tuttavia però a causa di una serie di condizioni penalizzanti, oltre alla circostanza di essere stata utilizzata da pochi lavoratorI e quindi una scarsa adesione, tutti questi fattori hanno fatto sì, che il governo decidesse di cambiare prospettiva e quindi non prorogare ulteriormente la quota 103.
Pensioni, addio alla quota 103, cosa accadrà adesso?
Vi è un’altra questione ad essere in bilico, anche l’opzione donna rischia di essere cancellata. Poche adesioni vi sono state e quindi fa pensare che potrebbe esserci una cancellazione ma non è ancora certa questa informazione. Com’è noto, tale strumento è un aiuto per il sostentamento delle madri lavoratrici, l’opzione donna sarà discussa più avanti ma nel frattempo resta tra quelle che potenzialmente saranno tra le misure in uscita. Parallelamente si valuta anche il blocco degli adeguamenti automatici dell’età pensionabile previsti per il biennio del 2027-2028, il quale purtroppo vedendo i dati Istat potrebbe esserci un aumento di tre mesi per tutte le forme di pensionamento.

Quindi da 67 anni si passerà a 67 anni e tre mesi e via dicendo. Il governo però vuole congelare questi aumenti mantenendo inalterate adesso gli attuali range d’età, almeno fino al 2028. Si vuole rafforzare la possibilità di andare in pensione a 64 anni per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996; questa modalità prevede 25 anni di contributi, numero destinato a salire a 30 dal 2030 ed un assegno pensionistico pari a tre volte l’importo dell’assegno sociale, quindi attualmente sono 1.616 euro.
Un 2026 che si preannuncia innovativo
Insomma, tutto questo è quanto attualmente vigente. Bisogna attendere i prossimi mesi per avere una panoramica maggiore sul tema pensioni. Quel che è certo è che si nota un quadro in continua evoluzione verso un 2026 che si preannuncia scoppiettante in materia. Il governo nel nuovo anno è pronto a segnare una nuova era delle pensioni. Un aspetto previdenziale orientato alla flessibilità, sebbene ancora ci siano molte incognite.