“Mi ha umiliata”, Roberta Bruzzone rivela qualcosa che nessuno poteva immaginare

In una recente intervista, Roberta Bruzzone ha rivelato alcuni fatti personali che riguardano le relazioni tossiche che quotidianamente aiuta a combattere.

È la criminologa più nota del piccolo schermo, presenza fissa nei casi di cronaca nera più intricati: stiamo parlando chiaramente di Roberta Bruzzone, amatissima dal pubblico anche perché spesso controcorrente in alcuni dei giudizi più importanti che riesce a dare su tanti casi di cronaca nera. Nei giorni scorsi, intervistata dal quotidiano Il Giornale, la criminologa della tv si è lasciata andare anche a confessioni importanti sul suo privato.

Un intervento di Roberta Bruzzone
“Mi ha umiliata”, Roberta Bruzzone rivela qualcosa che nessuno poteva immaginare (Mediagold.it)

Parole che nessuno si sarebbe potuto mai immaginare che potessero arrivare da una donna che sembra quello che può essere definito un osso duro, recentemente impegnata in un format su alcuni cold case, come quello di Benno Neumair, assassino dei suoi genitori. “Le donne sono profondamente appassionate di true crime. Si informano, studiano, si confrontano”, spiega Roberta Bruzzone, che tra le sue recenti uscite ha anche detto la sua sul caso del delitto di Garlasco.

L’amore tossico di Roberta Bruzzone

Nel corso dell’intervista, Roberta Bruzzone ha spiegato che le donne che la incontrano per strada, la riconoscono come una figura autorevole, qualcuno di cui potersi fidare. Non è raro che le confidino le loro storie, spesso dolorose, al punto che scherza: “Non riesco più ad andare al supermercato”. Del resto, è noto il suo impegno che va oltre la propria presenza televisiva per commentare fatti di cronaca nera e la loro versione giudiziaria.

la criminologa Roberta Bruzzone a Belve
L’amore tossico di Roberta Bruzzone (Mediagold.it)

Da anni, la criminologa spiega alle donne come riconoscere e liberarsi da relazioni tossiche e compagni manipolatori: quello che forse non tutti sanno è che tutto nasce e viene elaborato dopo aver vissuto sulla sua pelle delle esperienze personali che l’hanno fortemente segnata. Come spesso accade, tutto nasce da un momento di debolezza: “È successo in un momento di grande fragilità: era morta mia nonna Angiolina, che mi aveva cresciuta”.

Dalla sua esperienza, la storia di un amore che è morto diventa uno spettacolo teatrale

“Ero vulnerabile. Se fossi stata in forma, non lo avrei neppure notato quell’uomo”, afferma con la sicurezza che la contraddistingue la criminologa, che è stata con questa persona per due anni, il secondo dei quali lo definisce totalmente distruttivo. Per Roberta Bruzzone fu terribile: “Mi ha manipolata, portandomi a mettere in discussione tutto: la mia autostima, la mia identità. Mi umiliava, mi faceva sentire niente”. Ma adesso è rinata.

intervista a Roberta Bruzzone
Dalla sua esperienza, la storia di un amore che è morto diventa uno spettacolo teatrale (Mediagold.it)

Non solo: da quella vicenda personale ne ha tratto lo spettacolo teatrale “Amami da morire”, che sostanzialmente ridefinisce come “l’autopsia di un amore tossico”, e infatti sul palco vediamo la nota criminologa alle prese con un corpo da sezionare, che è appunto la relazione conclusa male. L’apertura di questo spettacolo è particolarmente chiarificatrice: “Questa è la storia di un amore che è morto. Ma non è morto per caso, è stato ucciso”.

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