Mauro Corona, alpinista, scrittore e personaggio molto amato dal pubblico, rivela il perché beve, le motivazioni del suo alcolismo.
Alpinista, scrittore e da qualche anno anche personaggio televisivo, Mauro Corona piace a tutti, piace per la sua filosofia di vita, molto legata all’ambiente e alla natura, in particolare alla montagna, piace per la sua dialettica, per il suo pensiero libero, per la sua capacità di disinteressarsi del bene materiale per cercare il bene spirituale, ciò che non si vede a occhio umano.

Mauro Corona ha la capacità di raccontare la sua vita e le sue esperienze, trasformandole quasi in un romanzo o in un film d’avventura. Un uomo solitario, che ama vivere nella quiete della montagna, e che spesso, come ammesso da lui stesso in diverse occasioni, eccede con l’alcol fino a ubriacarsi, ma dietro questo comportamento si cela un trauma mai superato.
Perché mauro Corona si è ubriaca, nell’alcol lo scrittore affoga il dolore: le rivelazioni
Dietro un atteggiamento così pacato e pacifico, così meditativo, in realtà Corona cela un grande dolore, per un trauma mai superato. Affoga nell’alcol il dolore e una storia piena di miserie. Il bere non è soltanto un vizio, ma una specie di terapia al dolore, quello mentale, quello che proviene da lontano, e che ha radici nell’infanzia dell’alpinista.
“In famiglia bevevano tutti, mio padre si ubriacava e picchiava mia madre Lucia, poi passava a picchiare noi figli” rivela Corona. Mamma Lucia è finita in coma per tre volte, poi un giorno la donna ha deciso di andarsene di casa, stanca della situazione. Il piccolo Mauro, senza madre e con il padre al lavoro tutto il giorno, è cresciuto insieme ai nonni a Erto, in provincia di Pordenone. Anche dai nonni il vino era una costante.

A nove anni il primo sorso, elargito proprio dal nonno. “Fa sangue”, gli aveva detto. Da quel momento, l’alcol è entrato nella sua vita, in quantità sempre maggiore, fino a diventare uno spettro silente. “A 20 anni ero sempre ubriaco, bevevo dodici birre, una bottiglia di vino, whiskey. Tutti i giorni”. Eppure, tutto quell’alcol ingurgitato veniva smaltito attraverso l’attività fisica. “Con l’alpinismo smaltivo le sbornie”.
“Con l’alpinismo smaltivo le sbornie”, Mauro Corona e il vizio dell’alcol
“L’alcol non riusciva a stendermi, facevo arrampicate, ore di corsa, bruciavo tanto e non mi svegliavo mai male”. Tante volte ha cercato di smettere, inutilmente, anche se oggi non beve più come un tempo. Ma alzare il calice è ormai un gesto istintivo e quotidiano. “Bere stimola la mia creatività”, afferma, e non a caso uno dei suoi romanzi più famosi, Storia di Neve, è stato scritto “in undici mesi di sbornie notturne”.

Per via dell’alterazione psicofisica da alcol a Corona è stata tolta la patente, e il vino si intreccia con gli episodi di vita quotidiana. Mauro Corona, però, pensa ancora ai suoi genitori, “Sono morti nel sonno, a pochi giorni di distanza. Hanno avuto una morte troppo garbata”, e pensa ancora alla morte prematura del fratello Felice: “Si era trasferito all’estero, lo hanno hanno trovato morto in una piscina di Paderborn, in Germania. Era stato ucciso, ma ancora oggi non so cosa sia successo”.