In vista del nuovo tour insieme alla sua storica band, Manuel Agnelli cerca di riportare gli Afterhours alla loro vera natura e non risparmia parole dure.
La band era stata messa in pausa per diverso tempo. Per troppo tempo, dal punto di vista dei fan, in favore di una carriera solista emersa soprattutto dopo la popolarità raggiunta con la partecipazione, in veste di coach e di giudice, al talent show X Factor. Manuel Angelli deve aver fatto pace con lo Star System, cercando una sorta di compromesso tra la mediocrità televisiva, lo spettacolo commerciale e una specie di desiderio di portare in tv un po’ di qualità .
Forse non ci è riuscito pienamente, probabilmente nessuno ne è in grado, poiché la televisione aderisce ad altri canoni culturali, che non possono essere gli stessi che si rintracciano nei circoli, nei locali o negli studi di registrazione. Fatto sta che il cantante milanese, dalle apparizioni in tv ha guadagnato molto più pubblico, dai giovincelli che non avevano mai sentito parlare degli Afterhours agli ascoltatori ben lontani dal mondo del rock.
Popolarità mediatica e guadagni, agguantati con X Factor, però non hanno scalfito, per fortuna, l’essenza di Manuel Agnelli, non intaccando la sua visione artistica, e lo ha dimostrato con quello che, ad oggi, resta l’ultimo sigillo targato Afterhours, l’ottimo Folfiri o Folfox, pubblicato nell’ormai lontano 2016, doppio album dai toni cupi e, come sottolineato dal titolo, incentrato su tematiche legate alla malattia, al dolore, alla morte, ma senza dimenticare il desiderio di vita e la ricerca della speranza.
Nove lunghi anni dall’ultimo lavoro, con la band messa in ombra dal personaggio mediatico legato inevitabilmente al programma X Factor. Ma ora è tempo di ripartire, di rimettere in piedi gli Afterhours, e di ricominciare a fare sul serio. Il primo passo è il nuovo tour, previsto per l’estate, durante il quale la band celebrerà i venti anni del disco capolavoro Ballate per Piccole Iene, uscito nel 2005.
Ballate per Piccole Iene chiudeva un periodo, il periodo dei capolavori iniziati con Germi, disco epocale del grunge italiano, seguito dalla bellezza incontrastata di Hai Paura del Buio?, e poi dallo strepitoso Non è per sempre e dal più morbido ma altrettanto bello Quello che non c’è. Alla vigilia del nuovo tour, Manuel Agnelli torna a parlare della sua band, analizzando gli ultimi anni di carriera e utilizzando anche parole piuttosto dure.
Venti anni dalla pubblicazione di Ballate per Piccole Iene, venti anni durante i quali la società è drasticamente cambiata, così come è cambiata la condizione dell’industria musicale, caduta in ginocchio, non convertita, ma letteralmente collassata per via delle piattaforme streaming. Ballate per Piccole Iene è un disco ancora oggi attuale, costruito su melodie preziose, testi carichi di tensione, quasi un vortice di disfacimento cercato dai musicisti.
Nel 2005 gli Afterhours erano ancora una band importantissima per la scena alternative rock italiana, un gruppo di successo (tanto che il disco esiste anche in versione internazionale, con testi in inglese e una produzione piĂą sporca), pur restando di nicchia. Un gruppo che ha insegnato a tutti come essere e come suonare rock alternativo, anche concedendosi a tv e radio.
Ballate per Piccole Iene è stato ristampato dalla Universal e ora sta per tornare nei palazzetti. Al posto di affidarsi a una promozione limitata, come interviste e sponsor pubblicitari, Agnelli ha deciso di suonarlo interamente dal vivo e con la formazione di allora, la stessa che ha registrato il disco nel 2005. Oggi c’è un nuovo pubblico, desideroso di ascoltare gli Afterhours, e le prevendite stanno andando alla grande.
Una formazione di venti anni fa, per un progetto che riporta al pubblico la vera essenza della band. “Dal punto di vista tecnico l’ultima formazione è forse la migliore di sempre, ma è fatta da musicisti che hanno tanti progetti diversi. Non c’erano più l’urgenza e la necessità di stare in gruppo, e la formazione si organizzava come un’azienda. Così io mi sono disamorato”.
Parole forti, quelle di Manuel Agnelli, ed ecco spigata la lunghissima pausa dall’ultimo lavoro in studio. Ora è l’occasione di azzerare tutto e di ripartire, di nuovo uniti e pieni di energia, per riportare in giro un grande disco, la grande musica che oggi manca nelle radio. “Avere una band felice comporta un vantaggio: essere complici, ecco cosa mancava agli Afterhours negli ultimi anni”.
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