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Genova. Venti anni dopo i tragici fatti del G8 di Genova, la Polizia di Stato guarda al futuro con rinnovato impegno, senza però dimenticare le lezioni apprese da quel buio capitolo della storia italiana. Le manifestazioni del 2001, sfociate in violenze e nella morte del giovane Carlo Giuliani, rappresentano una ferita ancora aperta per il Paese, ma anche un’occasione per fare mea culpa e rafforzare i valori democratici.

Il Siap, Servizio Informazioni Affari Pubblici della Polizia di Stato, guidato da Roberto Traverso, non ha mai esitato a definire «gravissimi e inaccettabili» i fatti del G8. Condannare le violenze e coltivare la memoria di quanto accaduto è fondamentale per non ripetere gli stessi errori. Tuttavia, secondo Traverso, è altrettanto importante riconoscere i progressi compiuti dalla Polizia di Stato in questi anni.

La gestione dell’ordine pubblico è stata profondamente rivista, con l’adozione di nuovi protocolli e l’implementazione di una formazione più efficace per gli agenti. L’obiettivo è quello di garantire sempre il massimo rispetto dei diritti umani e delle libertà civili, anche nelle situazioni più complesse.

Traverso sottolinea inoltre il sacrificio dei tanti poliziotti che a Genova si sono trovati ad affrontare una situazione drammatica. «Pagano il prezzo del 2001 da anni», afferma, e hanno dovuto lavorare duramente per ricostruire un rapporto di fiducia con la cittadinanza.

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