L’intelligenza artificiale su WhatsApp sotto accusa: chi ve l’ha detto

L’Antitrust bacchetta ancora una volta Meta. Questa volta si tratta dell’IA introdotto mesi su WhatsApp.

Il Garante dei consumatore ha aperto un istruttoria contro Meta per aver imposto l’IA su WhatsApp ai proprio utenti. Il colosso: “offriamo agli utenti un accesso sicuro”.

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L’intelligenza artificiale su WhatsApp sotto accusa: chi ve l’ha detto -mediagold.it

L’Antitrust ha avviato un’istruttoria contro la Meta per presunto abuso di posizione dominate per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Per il Garante del Concorrenza e del Mercato le società legate a Meta avrebbero violato l’art. 102 del Trattato sul Funzionamento UE. La violazione di questo articolo è già stata utilizzata in passato per altre tipologie di controlli, non legate all’Intelligenza Artificiale -il caso più conosciuto è quello riguardante Microsoft, all’epoca sanzionata per aver integrato Windows Media Player nel sistema operativo di Windows, costringendo di fatto gli utenti ad accettare il lettore multimediale insieme al software principale.

Nei fatti la società di Mark Zuckerberg sarebbe colpevole, secondo il Garante, di aver imposto l’Intelligenza Artificiali su WhatsApp senza il consenso degli utenti.

Meta replica, “diamo un accesso fidato all’IA”

Era lo scorso mese di marzo, quando su WhatsApp introduceva sull’App di messagistica l’IA senza però dare possibilità agli utenti di scegliere l’opzione. Insomma un’imposizione che agli occhi dell’Antitrust significa abuso di potere e posizione di predominanza sul mercato. WhatsApp, del resto, controllo il 90% del mercato di messaggistica istantanea italiana e abbandonare il servizio una volta avviata l’AI diventa per gli utenti sconveniente, considerando che l’assistente accumula nel tempo informazioni personali per affinare e personalizzare sempre di più le risposte. A conti fatti scegliere un’alternativa significa partire da zero.

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Meta replica, “diamo un accesso fidato all’AI” -mediagold.it

Da qui esiste, per l’Antitrust, un pericolo che porti l’utente ad rimanere bloccato e funzionalmente dipendenti da Meta IA. Nei giorni scorsi, i funzionari dell’Agenzia hanno condotto delle ispezioni nelle sedi della controllata italiana di Meta, Facebook Italy S.r.l., con l’ausilio della Guardia di Finanzia.

Non si è fatta però attendere la risposta da parte del colosso. Con una nota, Meta ha replicato alle “accuse” sostenendo che in questo modo si offra “un accesso gratuito alle funzionalità dell’Intelligenza Artificiale, dando la possibilità a milioni di italiani di decidere se utilizzare l’IA in un ambiente già conosciuto, di cui si fidano e che comprendono.”

Meta ha comunque aperto alla collaborazione con le autorità italiane per permettere al meglio lo svolgimento dei controlli. L’indagine potrebbe sfociare in una multa di 15 miliardi di euro e assumere un valore significante nel futuro del settore.

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