La guerra in Medio Oriente colpisce i mercati internazionali, già fortemente instabili, e si ripercuote anche sul prezzo del carburante.
Nuovo incremento sul prezzo del carburante? A quanto pare, le preoccupazioni degli esperti sono concrete. La guerra in Medio Oriente, tra Israele e l’Iran, ha ripercussioni pesanti sui mercati internazionali, in particolare sulle esportazioni di petrolio, visto che una buona percentuale di oro nero proviene proprio da queste terre. Già in atto gli aumenti alle stazioni di servizio.

Israele in guerra con la Palestina, un conflitto etnico e culturale, mascherato da guerra al terrorismo. Negli ultimi giorni, però, si sono riaccese anche le tensioni tra Israele e l’Iran, culminate con il lancio di missili dell’Iran alla volta di Tel Aviv. È l’inizio di una nuova guerra, e il mondo resta con il fiato sospeso per la rischiosa escalation. Nel frattempo, il conflitto ha già dato uno scossone al mercato petrolifero.
Scossone nel mercato petrolifero, aumenta il prezzo sui carburanti
Il mercato del petrolio è stato scosso dal conflitto in Medio Oriente, e così il prezzo del carburante è tornato a salite. Oggi, infatti, il prezzo del Brent, ossia il petrolio greggio estratto dai giacimenti del mare del Nord, ha superato i 75 dollari al barile. Secondo gli esperti, ciò porterà a un aumento significativo, anche del 10%, rispetto ai prezzi del mese scorso.
La benzina e il gasolio sono già aumentati sensibilmente. La Verde ha superato l’1,7 euro al litro, mentre il diesel è sopra l’1,6 litro, 3 centesimi in più. Al self service, la benzina è arrivata a quota 1,846, mentre il diesel 1,745 euro al litro. Insomma, con l’inizio dell’estate arriva una nuova, ennesima, batosta per i cittadini, i quali non riescono a tirare un sospiro di sollievo, schiacciati dall’inflazione galoppante.

Aumenta ancora una volta il costo della vita aumenta e la cara Vecchia Europa non riesce a riprendersi, proseguendo una lunga e profonda crisi economica. Il prezzo sulla vendita del petrolio è aumentato in questi giorni e continuerà ad aumentare nelle prossime settimane, salvo improbabili risoluzioni geopolitiche. L’escalation del conflitto rallenta o blocca gli approvvigionamenti di oro nero.
Approvvigionamenti di petrolio a rilento: la guerra Israele – Iran fa schizzare il prezzo della benzina
Teheran, Capitale dell’Iran, svolge un ruolo chiave nella produzione della raffinazione del petrolio, della quale è responsabile del 3% del petrolio globale. Ovviamente, l’Iran è fondamentale anche per l’esportazione del petrolio e per gli scambi tra Europa e Asia.

Nel frattempo, Codacons lancia l’allarme per i rincari alla pompa. In Italia questi rincari si fanno sentire maggiormente in Europa, visto che già sul nostro territorio, a causa delle accise, paghiamo il prezzo più elevato di tutti. Inoltre, emerge un’ulteriore anomalia, con le stazioni di servizio che approfittano per lucrare sulle spalle degli automobilisti.
Nonostante le scorte di petrolio siano state fatte mesi fa, quando le quotazioni del greggio erano inferiori, le stazioni di servizio non hanno perso tempo a incrementare i prezzi sul carburante. Come al solito, gli italiani hanno approfittato della situazione, una mentalità fraudolenta che mette a rischio tutti quanti.