Ha vinto la Champions League con la Juventus, il campione si è trovato di fronte al dramma della morte della moglie per una brutta malattia.
Una storia drammatica che vogliamo raccontarvi da vicino e che ci porta a parlare di un grandissimo campione, uno di quelli che ha fatto veramente la storia del calcio italiano. Grande interprete del calcio operaio degli anni novanta e amatissimo dai tifosi della Vecchia Signora.

Quando si pensa a un calciatore si immagina sempre un privilegiato pieno di soldi, felice e in grado di avere tutto quello che vuole. In questo giudizio ci scordiamo spesso però di trovarci di fronte a uomini proprio come noi con le loro debolezze e i loro drammi.
Perché se è vero che un calciatore può guadagnare delle cifre anche molto importanti, lo è altrettanto il fatto che i soldi non possono comprare tutto e non garantiscono la felicità. Oggi però non vogliamo parlare della storia di un calciatore che si è ritrovato a fare i conti con la mancanza di prospettive dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, quando di un uomo che si è trovato ad affrontare un vero lutto.
Torricelli e il dramma legato alla moglie
Moreno Torricelli lo ricorderete tutti, anche per quel suo aspetto fuori dal consueto con la barba e i capelli lunghi a correre su e giù sulla fascia destra della Juventus di Lippi ma anche della nazionale di Arrigo Sacchi. Oggi però vogliamo raccontarvi il momento più difficile della sua vita.
Con Barbara ha vissuto una storia d’amore splendida iniziata quando aveva 15 anni, come racconta al Corriere: “Lavorava con mia cugina, un giorno decidono di pranzare insieme. Mentre ero a fare i caffè al bar dei miei genitori, entra mio zio e mi dice di correre. Monto sulla bici, la vedo e mi innamoro”.

La donna però è scomparsa nel 2010 a causa della Leucemia: “La malattia si manifestò poco prima di Natale. Era sempre molto stanca, aveva una febbriciattola costante. Dopo tre settimane di test mi parlarono chiaro. C’era solo il 2% di possibilità di guarigione per ogni anno dal trapianto di midollo. Non dissi niente, né a lei, né alla sua famiglia e nemmeno ai nostri tre figli. Non volevo che perdessero la speranza. Avevano 10, 11 e 16 anni. Non hanno mai saputo la verità, non ho mai avuto la forza di dirglielo nemmeno dopo. La leggeranno qui per la prima volta”.
E questo dramma ha portato Moreno a cambiare strada: “Allenavo il Figline, durante la malattia passare due ore al campo era un sollievo per tornare me stesso, ma poi è cambiato tutto. Ricevo un’offerta dal Crotone in Serie B e la rifiuto. Non potevo costringere i miei figli a lasciare casa. La perdita della mamma è stata una mazzata terribile”.