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Emanuela Orlandi, spunta una nuova terribile pista: “Ha abortito, poi fatta sparire”

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Andrea Cerasi

Le indagini sulla misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi proseguono imperterrite, ora spunta l’ipotesi della gravidanza e del presunto aborto.

Da 42 anni proseguono imperterrite le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, uno dei casi di cronaca più eclatanti e misteriosi d’Italia. Le autorità brancolano nel buio, seguendo le piste più disparate e, probabilmente, se non fosse per l’impegno del fratello Pietro Orlandi, che da decenni si batte per fare luce sulla scomparsa della sorella, il caso sarebbe già stato chiuso e forse dimenticato.

Pietro Orlandi fratello di Emanuela – MediaGold.it

Una delle vicende più incredibili e assurde del nostro paese, alimentata da continue nuove piste, nuove ipotesi, nuove tracce sulle quali le autorità indagano. Eppure, nonostante gli impegni, di Emanuela Orlandi non si sa più nulla, da quella lontana mattina del 22 giugno 1983. Ora, però, le indagini battono una nuova pista: spunta l’ipotesi della gravidanza della ragazza e del presunto aborto.

Emanuela Orlandi in stato di gravidanza: ricattata e costretta ad abortire

Negli ultimi giorni è emersa una nuova pista in merito alla sparizione della Orlandi. Dai social si apprende della presenza di una presunta testimone anonima, che negli anni Ottanta lavorava come segretaria in uno studio di ginecologia di Roma, lo stesso studio nel quale si era recata Emanuela, pochi giorni prima di sparire nel nulla.

Insieme alla ragazza, nello studio si era presentato un uomo, il quale si era spacciato per il padre della ragazza, e che viene descritto “sulla cinquantina, altro circa un metro e ottanta, capelli castani, molto stempiato, il quale aveva accompagnato una ragazza adolescente mora e bassina per una visita ginecologica”. Le Forze dell’Ordine virano su questa pista, creando un nuovo scenario, uno scenario del tutto inedito, all’interno delle indagini.

La foto della Orlandi su tutti i giornali – MediaGold.it

Seconda recenti testimonianze, Emanuela Orlandi era incinta, alle prime settimane di gravidanza. Il ginecologo, dopo averla esaminata, aveva consegnato la cartella clinica proprio alla segretaria, chiedendole di collocarla in archivio. Nel frattempo, la ragazzina era scomparsa, e allora il medico aveva chiesto di far sparire la cartella clinica per non aver problemi con la Polizia. Ma un racconto del genere può essere plausibile?

La cartella clinica sparita: accertava la gravidanza di Emanuela Orlandi?

Secondo la testimonianza dell’anonima segretaria, il medico aveva fatto sparire una prova schiacciante e che avrebbe potuto cambiare la storia delle indagini. Tra l’altro, la cartella avrebbe dimostrato la gravidanza della Orlandi e forse avrebbe potuto ricondurre all’uomo che l’aveva accompagnata. Ma una vicenda del genere, può essere plausibile? Per gli inquirenti, si tratterebbe di un’assurdità.

Nessun medico professionista, almeno con la coscienza pulita, agirebbe in questo modo e farebbe sparire una preziosissima prova. La vicenda, a prima vista, risulterebbe una delle tante storie di fantasia che alimentano il mistero della ragazza vaticana. I magistrati parlano di mitomani, di fantasie macabre, e la realtà è che non sussistono documenti rintracciabili.

La foto di Emanuela Orlandi restaurata – MediaGold.it

A indirizzare le autorità su questa scia, un testimone, Mario Barbato, il quale ha parlato per primo della presenza della segretaria dello studio medico. Ma Barbato, ascoltato diverse volte dalla Polizia, è conosciuto per aver diffuso molteplici storielle. In diverse occasioni, lo stesso si è scontrato anche con Pietro Orlandi, in privato e in televisione.

L’uomo, inoltre, ha parlato di un impiegato preso la Camera dei deputati, ritenuto essere l’accompagnatore della ragazza alla visita ginecologica. All’epoca, lo zio di Emanuela, Mario Meneguzzi, lavorava proprio a Montecitorio. Dunque, sarebbe stato lo zio a ricattare la ragazza per poi farla sparire?

L’ipotesi, se confermata, farebbe pensare a un uomo che aveva abusato di una minorenne e che, spaventato dalla gravidanza, l’avrebbe uccisa. Ma l’ipotesi dell’aborto non concorda con altre testimonianze dei parenti più stretti. Ad esempio, la mamma di Emanuela ricorda che la figlia, nei giorni in cui è sparita, indossava gli assorbenti, per via delle perdite mensili.

Andrea Cerasi

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