Risolto nel peggiore dei modi il caso della scomparsa di Denisa Paun, l’escort che da qualche settimana era scomparsa da Prato: cosa è successo.
Scomparsa da Prato nelle scorse settimane, purtroppo è stata ritrovata senza vita Maria Denisa Adas, la escort 30enne che era conosciuta anche come Denisa Paun, ovvero col cognome della madre: i suoi resti sono stati rinvenuti nelle scorse ore in un casolare abbandonato della zona di Montecatini Terme, che si trova lungo il percorso di una mulattiera. Durante un sopralluogo dei militari dell’Arma dei Carabinieri, oggi si è giunti alla tragica scoperta.
Per la scomparsa della giovane, anche la madre era finita sotto accusa e la ricostruzione di quello che le poteva essere accaduto aveva sconvolto l’opinione pubblica: ci si trovava di fronte a uno di quei casi in cui, chiunque avesse un minimo di esperienza investigativa, si era reso conto che più passavano le ore e più diventava difficile pensare che la povera Denisa potesse essere ritrovata viva e purtroppo è proprio quello che è accaduto.
Insieme al ritrovamento del corpo, c’è stata anche un’accelerata nell’inchiesta che riguarda la morte della ragazza e un rumeno di 32 anni, residente a Monsummano Terme, sempre in provincia di Pistoia, è stato fermato con gravissime accuse, ovvero quelle di omicidio e soppressione di cadavere. Al ritrovamento della giovane, così come al fermo effettuato nelle scorse ore, ci si è arrivato attraverso una serie di elementi collimanti.
In particolare, a inchiodare il presunto responsabile di omicidio sono stati “le risultanze delle telecamere, l’analisi dei tabulati telefonici e dei tracciati dei positioning sulla vettura Golf utilizzata dal presunto responsabile”. Il cadavere della giovane risultava decapitato e abbandonarlo in aperta campagna, per il presunto autore dell’omicidio, sarebbe stato un modo per disperderne le tracce, anche grazie al fatto che quel corpo sarebbe andato in decomposizione.
Ma a quanto pare, il presunto assassino della escort avrebbe compiuto alcuni passi falsi, come quello di accendere il cellulare della vittima anche solo per qualche minuto, subito dopo la scomparsa e quando era già nei pressi del luogo dove il cadavere è stato poi ritrovato. Questo ha consentito agli inquirenti di stringere il cerchio intorno a lui e anche intorno al luogo del ritrovamento del corpo senza vita di questa giovane.
Come noto, per la scomparsa di Denisa, sulla base della testimonianza di un’amica della ragazza, che viveva a Torpignattara ma si trovava nella zona di Prato, dove vive la madre, per incontrare alcuni clienti, erano stati indagati proprio sua mamma e un avvocato 45enne calabrese, che stando alle testimonianze, dallo stesso smentite fermamente, si era invaghito della ragazza, tanto da commissionarne il sequestro e per questo era stato accusato di sequestro di persona in concorso.
Una tesi che da quello che appare finora sembra destinata a cadere, lasciando spazio a quella di un delitto legato al mondo delle escort. Secondo quanto si apprende, i tragitti per arrivare al casolare, che è in una zona abbandonata, ma sorvegliata dalle telecamere, sarebbero stati gli elementi che hanno portato al riconoscimento del presunto killer e poi anche all’identificazione del cadavere della ragazza uccisa.
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