Molto si era discusso nei mesi passati della legge che riguardava l’assunzione di droghe e la positività alla guida, ma cosa è successo a quella riforma del Codice della Strada?
Ci sono novità importanti sulle regole per chi viene trovato alla guida dopo aver assunto droghe. I Ministeri dell’Interno e della Salute hanno inviato una circolare a prefetture e forze dell’ordine per chiarire come applicare la riforma del Codice della Strada approvata nel novembre 2024. Che cosa viene sottolineato e che cosa dovrebbe cambiare rispetto a quanto formulato dalla legge, fortemente voluta dal Ministro Matteo Salvini?

Facciamo un passo indietro: fino a poco tempo fa, per multare o arrestare qualcuno che aveva fatto uso di droghe alla guida, bisognava dimostrare che era “alterato”, cioè che la droga influiva davvero sulla sua capacità di guidare. Invece, la nuova legge sosteneva che basta risultare positivi a un test. Questo anche se la sostanza è stata assunta giorni prima e non fa più effetto.
La nuova circolare sulle droghe alla guida: che cosa cambia adesso
Il dispositivo sanzionatorio messo in atto con la riforma del Codice della Strada è molto duro: si rischiano una multa da 1.500 a 6.000 euro, ovvero l’arresto da sei mesi a un anno, infine la sospensione della patente da 1 a 2 anni. La legge, secondo alcune delle interpretazioni che sono state fatte, rischiava anche di colpire persone che prendono farmaci regolarmente prescritti, come ansiolitici o antidepressivi, che contengono sostanze considerate “stupefacenti”.

Eravamo di fronte, evidentemente, a una situazione molto ambigua e che andava corretta, per cui lo scorso 11 aprile, dopo una serie di polemiche e proteste, oltre che in seguito a una serie di battaglie sul piano della giurisprudenza, è stata inviata una circolare che spiega come applicare meglio la legge. In particolare, con la nuova circolare, ci sono una serie di chiarimenti dei quali occorrerà ora tenere conto.
Tre sono le interpretazioni principali: si può punire un conducente solo se la droga è ancora attiva nel corpo mentre guida, inoltre è necessario dimostrare che l’assunzione è avvenuta poco prima di mettersi al volante, infine i test devono basarsi su sangue e saliva, e non sulle urine, perché solo così si può capire se la persona è ancora sotto effetto della sostanza.
Problematiche emerse dalla nuova circolare e cosa succede adesso
Ci sono da questo punto di vista una serie di problematiche, la più importante delle quali riguarda il valore della circolare, che è solo un documento interno per orientare polizia e carabinieri, ma i giudici non sono obbligati a seguirla. La legge approvata dal Parlamento resta superiore, anche se teoricamente da adesso in poi meno casi di denunce, multe e arresti per guida sotto l’effetto di stupefacenti dovrebbero arrivare davanti ai giudici.

In secondo luogo, non esistono ancora limiti certi per dire quando una persona è davvero “sotto effetto” di una droga. Quindi anche con test su sangue e saliva, i risultati potrebbero essere poco affidabili. Nel concreto, la legge rimane in vigore, ma ci sono due possibili sviluppi, che coinvolgono la Corte Costituzionale, chiamata a stabilire se la norma sia incostituzionale appunto, e il Parlamento che potrebbe modificare di nuovo la legge, tornando a chiedere la prova dello “stato di alterazione”.
Insomma, grazie alla circolare, potrebbero essere esclusi molti casi dubbi, ma allo stesso tempo ci si potrebbe trovare di fronte al rischio di creare decisioni diverse da caso a caso, in base alle scelte fatte in sede giudiziaria. La legge andrebbe perciò complessivamente rivista, andando alla ricerca di un criterio oggettivo di valutazione.