“Clemenza non è una parolaccia”, anche la Chiesa è messa al centro dello svuotacarceri e scoppia una grossa polemica.
Sono molti quelli che nel corso del tempo hanno provato a parlare di clemenza nei confronti dei detenuti. Non tutti però sono d’accordo con questo tipo di provvedimento.
Il cardinale Matteo Zuppi, divenuto noto perché in concorso al Conclave per diventare il nuovo Santo Padre dopo la morte di Papa Francesco, ha parlato proprio di questa situazione a margine dell’incontro “Diritto e clemenza. Che fare per il carcere?”. L’evento si è tenuto nella sala capitolare del Senato del chiostro di Santa Maria sopra Minerva.
Si è riflettuto su quella che è la spia di un male diffuso all’interno del carcere, si parla di 91 suicidi nel 2024 all’interno degli istituti e di ben 1500 tentativi. Un atto che deve far riflettere sulla condizione nei carceri e sugli aspetti comuni vissuti all’interno dello stesso percorso.
Vogliamo approfondire dunque il discorso, cercando di capire quali possono essere le evoluzioni di parole molto importanti pronunciate da ministri della chiesa cattolica. Chissà che queste informazioni non possano cambiare qualcosa dal punto di vista pratico.
Matteo Zuppi ha citato documenti della diocesi di Bologna per parlare della situazione legata alle carceri: “Facciamo molto poco, un terzo dei detenuti potrebbe uscire per lavorare se solo trovasse un domicilio a cui poter fare riferimento”.
L’idea è quella di reintegrare e dare una seconda possibilità a chi ha sbagliato. Poi aggiunge: “Cresce il problema della malattia psichiatrica, fa riflettere che gran parte dei suicidi riguardi persone giovani o vicine alla fine della loro pena”. Questo indica di fatto una totale assenza di prospettiva per chi si trova all’interno degli istituti di pena dove invece sarebbe importante cercare di studiare un reintegro nella società.
I dati che preoccupano arrivano dal sovraffollamento che porta a un 34% della capienza massima tollerabile. Anche per questo Zuppi si augura che venga presa sul serio la proposta della clemenza che era stata avanzata da Papa Francesco in occasione proprio del Giubileo.
Zuppi specifica che l’aumento dei giorni di liberazione anticipata andrebbe a cambiare molto per l’obiettivo di andare a decongestionare le carceri affollate. La situazione al momento risulta essere molto in bilico con tanti che si trovano a dover fare delle riflessioni e chissà che davvero non si possa arrivare a una soluzione che possa mettere d’accordo tutte le parti per un futuro più sostenibile.
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