Capelli platino, voce travolgente e una carriera brillante: Anne Burrell era molto più di una chef. La sua storia merita di essere raccontata.
Capelli biondo platino, voce inconfondibile e una grinta da palcoscenico: Anne Burrell non era solo una chef. Era un volto familiare per milioni di telespettatori americani, una donna capace di trasformare la cucina in un racconto, condita sempre da ironia, passione e una punta di follia.
In tanti la ricordano per quel suo modo travolgente di raccontare i segreti del mestiere, da “Secrets of a Restaurant Chef” a “Worst Cooks in America”. Ma la sua carriera è iniziata molto prima, lontano dalle telecamere.
Formata nelle migliori scuole culinarie, con un passaggio fondamentale in Italia, Anne aveva conquistato il suo spazio tra i fornelli di ristoranti prestigiosi prima ancora di approdare sul piccolo schermo. E quando ci è arrivata, non è più andata via. Sous-chef accanto a Mario Batali in “Iron Chef America”, poi protagonista assoluta, aveva saputo unire competenza e carisma come pochi.
La sua assenza si è fatta notare da subito. A gennaio, Food Network aveva annunciato che non avrebbe più condotto la nuova stagione del programma che aveva contribuito a rendere iconico, senza spiegazioni.
Eppure, fino all’ultimo, Anne non aveva mai smesso di sperimentare. Solo poche ore prima della tragedia era salita sul palco di Brooklyn per il suo debutto comico al Second City New York, dopo aver frequentato corsi di improvvisazione. Un’uscita di scena inaspettata per una donna che, almeno in apparenza, sembrava ancora piena di progetti.
Nella casa dove viveva con suo marito Stuart Claxton, a New York, Anne è stata ritrovata priva di sensi. In quei giorni, i messaggi di cordoglio hanno iniziato a riempire i social: fan, colleghi, amici. Tutti increduli, tutti con lo stesso nodo in gola.
La famiglia, attraverso un portavoce, ha preferito non commentare pubblicamente. Forse perché non ci sono parole giuste quando la perdita è così profonda.
Solo adesso, a distanza di settimane, le autorità hanno confermato ciò che in tanti temevano: si è trattato di un suicidio.
L’ufficio del medico legale ha parlato di un’intossicazione acuta dovuta a un mix di alcol, anfetamine e antistaminici. Un documento visionato dal New York Times racconta di pillole trovate nella doccia, accanto al corpo senza vita.
Anne aveva 55 anni e, nella memoria di chi l’ha amata, resterà sempre una donna energica, caotica, sorridente, con un grembiule addosso e la battuta pronta.
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