Alberto Angela rapito in Niger: “Picchiato e sequestrato”, cosa è successo

Alberto Angela rapito in Niger, le parole sono davvero inquietanti e parlano del fatto che è stato picchiato e sequestrato. Cosa è successo al divulgatore scientifico?

Diventa interessante andare ad approfondire una situazione molto complessa legata a questo straordinario personaggio, amatissimo dal pubblico. Vi raccontiamo tutto per filo e per segno.

piero angela saluta
Alberto Angela rapito in Niger: “Picchiato e sequestrato”, cosa è successo (ANSA) MediaGold.it

Facciamo però prima un piccolo passo indietro su questo straordinario personaggio che da anni sta portando avanti il percorso aperto da suo padre Piero. I due sono quelli che al meglio hanno portato in tv la scienza, permettendo ai più di affrontare argomenti complessi anche con un linguaggio più semplice.

Nato a Parigi l’8 aprile del 1962 oggi Alberto ha 63 anni ed è un volto noto della tv italiana. Il suo percorso accademico è stato davvero molto importante, in tv ci è arrivato nel 1989 in Una giornata di 2 milioni di anni fa della Rai. E da quel momento tanti programmi di successo come Ulisse il piacere della scoperta o Noos l’avventura della conoscenza che hanno aperto una nuova via.

La notizia del rapimento in Niger è qualcosa che fa davvero correre i brividi lungo la schiena lasciandoci spiazzati e senza parole, vi raccontiamo tutto più da vicino.

Alberto Angela rapito in Niger

Nel 2002 Alberto Angela visse una situazione davvero sconvolgente in Niger, dove si trovava insieme a sei operatori della sua troupe. Fu rapito e picchiato da tre banditi armati anche se non riportò nessun tipo di ferita grave nonostante quell’avventura lasciò un segno profondo nella sua anima.

alberto angela al microfono
Alberto Angela rapito in Niger (ANSA) MediaGold.it

All’epoca parlò al ritorno a Roma Fiumicino, spiegando: “Sono state quindici ore da Arancia Meccanica, da condannati a morte. Siamo stati picchiati, poi minacciati, derubati di tutto dalle attrezzature ai soldi fino alle fedi nuziali, orologi, cellulari e bagagli. Abbiamo vissuto tutto sull’orlo di una tortura psicologica“.

Ci tiene però a specificare un aspetto: “Non abbiamo sconfinato, eravamo su un percorso ben noto, che ci era stato assicurato fosse tranquillo. In pieno deserto si è materializzato un veicolo vicinissimo da cui sono scesi tre individui con turbante e occhiali da sole oltre a kalashnikov e pistole alla mano e ci hanno intimato di arrestarci“.

Parole forti anche a DiPiùTv alcuni anni dopo quando ha specificato: “Sono stato picchiato e sequestrato da criminali nel Nigero, ho temuto davvero che non avrei più rivisto mia moglie. Poi per fortuna mi hanno liberato. Oggi sono qui a raccontare tutto quello che mi è successo e, nonostante la paura, non ho smesso di svolgere con grande passione il mio lavoro“.

Un racconto che non si può dimenticare e che ci racconta degli aspetti davvero molto delicati. Speriamo che questa tragica storia non capiti mai più a nessuno in paesi dove purtroppo la sicurezza è ancora in bilico anche oggi.

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