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Il decreto chiude i locali e fa crollare le vendite di frutta e verdura verso il canale Horeca.

Si tocca il fondo per i fornitori ortofrutticoli del canale Horeca (acronimo di Hotellerie-Restaurant-Café/Catering). Fino all’80% in meno di vendite. Situazione precipitata nel fine settimana quando è stata annunciata la chiusura alle 18:00 dei locali e subito sono partite le disdette degli ordini. Per fortuna il settore rappresenta solo una parte degli scambi dei mercati, ma i grossisti fanno notare questa rovesciata. Sul fronte prezzi gli ortaggi per la mancanza del prodotto spuntano ancora delle quotazioni alte – dalle zucchine ai pomodori – mentre sulla frutta tengono dei buoni prezzi le clementine e l’uva. Difficoltà anche per la frutta esotica dove con la crisi del canale Horeca non si vende più il lime, tengono ma non troppo banane e ananas.

Nel capoluogo ligure il rappresentante di Fedagro, Elio Vernazza, conferma i problemi per bar e ristorazione: «Sono arrivate subito le disdette o mancano gli ordini. Con la pandemia, purtroppo, il bello deve ancora arrivare seppure il nostro settore rispetto ad altri ha retto bene». Sul fronte prezzi? «Registriamo qualche aumento dovuto agli eventi climatici e la conseguenza mancanza di prodotto. In particolare sono più care le verdure mentre l’uva costa meno rispetto agli anni scorsi: si va a 1 a 1,30». Sul fronte verdure: «Le zucchine oscillano da 1,50 a 1,80 e con il fiore raggiungono i 3,50 mentre il pomodoro a grappolo quota 1,80 mentre il Piccadilly 2 euro».

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