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In seguito all’approvazione della Manovra Finanziaria, oggi 8 dicembre, sono stati gli agricoltori in primi a scendere in piazza nella Capitale.

La protesta è volta a denunciare l’assenza, nella legge di stabilità, delle misure necessarie a garantire risorse adeguate al Fondo di Solidarietà Nazionale, per far fronte alle calamità che hanno colpito importanti aree del Paese, con l’auspicio di arrivare ad un nuovo Piano Olivicolo Nazionale, e di conseguenza rilanciare il settore.

Uno dei problemi che è necessario affrontare, secondo gli agricoltori, è quello della difesa dell’olio Made in Italy, prodotto simbolo della Liguria. Questo, deve essere difeso dalla forte crisi del settore a livello nazionale, che va affrontata responsabilmente con interventi straordinari volti alla tutela di chi produce e consuma questa grande eccellenza.

Oltre alle calamità naturali, che nei mesi scorsi hanno messo a dura prova l’olivicoltura della costa ligure, riducendone considerevolmente la produzione, altre sono le criticità che affliggono il settore, quali le contraffazioni di olio proveniente dall’estero a dazio zero, fino al falso made in Italy.

L’olivicoltura ligure, che conta 17mila ettari destinati alla produzione di circa 230mila quintali di olive – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossarappresenta uno dei settori principali dell’economia locale, dal quale si ricavano extravergini eccellenti, conosciuti in tutto il mondo rientranti per buona parte, sotto il marchio della DOP Riviera Ligure. Bisogna difendere l’intera filiera produttiva, tutelando questa eccellenza sul mercato sia nazionale sia estero, scegliendo, ad esempio, a livello locale di consumare olio proveniente dal territorio, tracciabile e sicuro, possibilmente venduto direttamente dal produttore.”

Si esprime grande solidarietà per i produttori pugliesi flagellati dalla Xylella e dalle avversità climatiche che, nel 2018, hanno purtroppo registrato un taglio della produzione di circa 2/3 del raccolto, dimezzando di fatto la produzione totale italiana e mettendo in ginocchio l’intero settore. Proprio con il crollo dei raccolti nazionali, nel nuovo anno le importazioni di olio d’oliva dall’estero sono destinate ad aumentare, con il rischio che, sul mercato nazionale, più di due bottiglie di olio d’oliva su tre conterranno prodotto straniero. Anche per tale motivo bisogna cercare di difendere le produzioni locali dalle possibili contraffazioni, e per questo, come Coldiretti, stiamo portando avanti la battaglia per l’oliva taggiasca, in modo da poterle vedere riconosciuto il marchio della DOP, legandola così indissolubilmente al suo territorio d’origine ed evitando quel furto d’identità che troppo spesso accade.”

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