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Savona. Sabato prossimo 27 ottobre nella Cattedrale di N.S. Assunta a Savona si svolgerà la Veglia di apertura dell’anno pastorale diocesano presieduta dal vescovo Calogero Marino: si tratta di uno dei momenti in cui la nostra chiesa viene chiamata a raccogliersi attorno al suo Pastore ed è l’appuntamento che dà idealmente il via a tutte le attività nelle diverse parrocchie. I punti cardine della serata di preghiera saranno la consegna del mandato a tutti gli educatori(catechisti, animatori e capi scout), la “restituzione” dell’esperienza dei numerosi giovani che hanno partecipato la scorsa estate al pellegrinaggio verso Roma, ma soprattutto la consegna alla diocesi della nuova lettera pastorale di monsignor Gero dal titolo “Cominciare e ricominciare. I verbi della vita” costituita da un agile librettino diviso in quattro parti principali: la novità dell’esistenza cristiana; cristiani si diventa, non si nasce; il vero viaggio: un ritorno; due testi d’autore e due preghiere. Senza voler svelare troppo di questo importante documento, che sarà distribuito durante la serata, Il Letimbro, sul numero di ottobre, ha intervistato in esclusiva il vescovo Marino per iniziare a gustarne suggestioni e temi principali. “Ho scelto questo titolo perché credo la comunità cristiana debba essere sempre più una chiesa generativa che accompagna, che conduce a Gesù chi ancora non lo conosce (ovvero cominciare) e anche una realtà ospitale e inclusiva che accoglie i cammini di chi si era allontanato”, spiega il vescovo al mensile diocesano. “Sono verbi ‘umani’ prima ancora che ecclesiali, sono verbi tipici della vita, che significano vita! – continua – ogni giorno siamo sempre dentro questa dinamica che è molto feconda: a mio avviso quando si smette di cominciare e ricominciare c’è asfissia, c’è sterilità, c’è morte al contrario invece c’è fecondità, c’è futuro!”. Nel documento, come è ormai nello stile del vescovo Marino, oltre a citazioni evangeliche, preghiere e riflessioni, non mancano neppure opere d’arte sia visiva sia letteraria, da Rembrandt a Manzoni fino a Pasternak: “Anzitutto ritengo importante che la comunità cristiana abbia una conoscenza pur essenziale della cultura contemporanea – riprende il presule – credo che oggi ci sia una particolare necessità in questo senso e quindi contemplare un dipinto oppure leggere un brano letterario può sicuramente aiutare. Inoltre dobbiamo ascoltare Dio non soltanto attraverso le Scritture, ma anche attraverso le forme dell’arte: c’è una via pulchritudinis, una via della bellezza”.

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