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Dopo tre anni negativi, Tirreno Power ha chiuso il bilancio 2018 conseguendo un utile netto di 40,2 milioni di euro, con una netta inversione di tendenza rispetto al passivo di 13,5 milioni registrato l’anno precedente. I ricavi sono stati pari a 1.091 milioni, in crescita dell’8,5% rispetto ai 1.005 milioni del 2017. Si tratta di risultati ottenuti in un anno complicato per il mercato energetico: infatti l’energia venduta da Tirreno Power è scesa dell’11,3%, passando da 16.464 GWh a 14.601; al netto degli acquisti presso terzi, l’energia prodotta dagli impianti di proprietà e immessa nella rete nazionale è stata pari a 5.915 GWh a fronte dei 6.579 del 2017 (-10,1%). Nonostante la ridotta attività, i ricavi sono aumentati per la forte ripresa dei prezzi energetici sui mercati internazionali. I costi sono passati da 933 a 954 milioni (+2,3%), attestando il margine operativo lordo a quota 60,8 milioni (7,3 milioni nel 2017). In particolare i costi del personale sono leggermente aumentati da 20,1 a 20,3 milioni; i dipendenti a fine 2018 erano complessivamente 233, in calo di 7 unità rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda l’attività della centrale di Vado Ligure, la produzione si è attestata a 2.519 GWh, 459 GWh in meno rispetto al 2017 (2.978); è invece notevolmente aumentata la produzione di energia idroelettrica negli impianti dell’Appennino ligure, passata da 128 a 213 GWh. A Vado sono stati investiti 6 milioni di euro (su un totale di 13 milioni a livello nazionale) per attività di manutenzione all’unità a ciclo combinato e al pontile in rada. E’ stata inoltre completata la demolizione della ciminiera che era al servizio dei gruppi 1 e 2 ed è stato smantellato il parco nafta con la completa bonifica e demolizione dei serbatoi. Nell’ambito della chiusura definitiva dell’attività degli impianti a carbone, è stata avviata un’iniziativa di reindustrializzazione del sito, volto a favorire l’insediamento di nuove aziende. Attività finalizzata con la cessione alla società Vernazza Autogru di un’area di circa 29 ettari non più funzionale alle esigenze del ciclo produttivo.

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