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Genova. Alle prime luci dell’alba, i militari del I Gruppo del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse nei confronti di una coppia di coniugi ucraini, per i reati di usura ed estorsione. La coppia applicava interessi fino al 120%, praticando abitualmente l’anatocismo?. Tra le vittime (almeno quattro, ma il dato è in crescita) operai e manovali del settore edile, sia stranieri che italiani. Le richieste di denaro avvenivano principalmente via telefono e la coppia si avvaleva spesso del figlio tredicenne, il quale già da alcuni anni veniva usato sia per contattare le vittime, che per minacciarle indirettamente (“paga o mio padre si arrabbia”), nonché per andare a ritirare il denaro. Le indagini, avviate in seguito alla denuncia di un usurato, hanno visto i militari impegnati in intercettazioni telefoniche, appostamenti e pedinamenti, durante i quali la donna è stata colta all’atto della consegna del denaro dal malcapitato di turno. Così individuati i soggetti usurati, non hanno potuto che confermare ed avvalorare con le loro testimonianze le dichiarazioni del primo denunciante, rafforzate nel contempo dagli esiti delle intercettazioni telefoniche. L’impianto probatorio raccolto ha portato il Sostituto Procuratore della Repubblica, D.ssa Patrizia Petruzziello, titolare delle indagini, a richiedere le misure cautelari personali, concesse dal G.I.P. Ferdinando BALDINI ed eseguite contestualmente ad un’attività di perquisizione domiciliare nell’abitazione degli arrestati nel quartiere di Genova-Pegli. Il marito, B.A., di nazionalità ucraina, conosciuto come Tony, che era in Italia da diversi anni, utilizzava documenti falsi a nome di Josef H. di nazionalità ceca con cui aggirava i controlli di polizia. La donna, già espulsa nel 2017, parrebbe essere rientrata clandestinamente in Italia, sono in corso gli accertamenti del caso. Il figlio tredicenne ed un altro di otto anni sono stati affidati ai servizi sociali.

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