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Finale Ligure. Grande successo di pubblico per l’inaugurazione della mostra di arte contemporanea di Maya Zignone, artista di fama nazionale, alla Fortezza di Castelfranco di Finale Ligure, tenutasi lo scorso fine settimana.

La mostra vede le installazioni artistiche luminose dell’artista allestite nei suggestivi spazi della fortezza, coinvolgendo anche gli ambienti carcerari. La mostra sarà visitabile a ingresso libero fino al 25 ottobre, il giovedì e il venerdì dalle 16,30 alle 19,30, il sabato e la domenica dalle ore 10,30 alle ore 13,00 e dalle ore 15,30 alle ore 19,30.

L’evento è organizzato dall’Associazione Culturale E20, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo (maggior sostenitore) e della fondazione Agostino De Mari.

MAYA ZIGNONE

Nasce a Genova, allieva di Sirotti, Barbieri, Zanoletti, si specializza, dopo il percorso artistico di studi, in ceramica a Faenza e in grafica e comunicazione visiva a Milano e Genova. Insegna tecniche grafiche su corsi di formazione superiore per diplomati e laureati. In seguito lavora nel campo della grafica e della pubblicità.

Seguita dall’artista Piergiulio Bonifacio, dal 2002 è impegnata in un’attività di studio e di indagine sul segno, l’energia e lo spazio.

La multimedialità diventa il perno linguistico di una ricerca che integra media differenti, attraverso suono, installazioni, fotografia, video ma soprattutto con l’uso costante della luce crea luoghi e situazioni che dialogano con lo spazio scenico, in bilico fra realtà e invenzione, architettura e idea, teatro e vita, luogo privato e spazio pubblico. Lavora per sottrazione come elemento di fascino, sul vuoto e sulle energie che lo attraversano, studiandone gli assetti, dalla bidimensionalità del disegno alla tensione di corpi, luci e volumi nello spazio. I suoi lavori concettuali sono sempre creati in modo da porsi come elementi installativi. La luce diventa strumento compositivo in grado di inventare mondi carichi di tensione e di energia, che trovano nel confronto con lo spettatore una sorta di legame esperienziale. Pensieri e sensi si confrontano con la luce, il buio, i suoni e con uno spazio appena percepito, un luogo non luogo in continua definizione, in cui addentrarsi solo dopo aver superato il senso di straniamento. Una sorta di simbiosi visuale e concettuale.

Le sue installazioni, lontane da ogni tipo di deriva sentimentale, analizzano le illusorie rincorse del quotidiano.

Osservazione e ricerca sono alla base del suo lavoro, all’interno del quale realizza sempre differenti e più narrazioni, che riportano alle dinamiche di un sistema disinteressato alla persona, al rapporto con l’altro e con l’industria della cultura, al confronto con una società schizofrenica e ai meccanismi che innescano il blocco comunicante fra individui.

I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali, collettive e video festival in Italia e all’estero.

c.s.

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