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Savona. Quando lo hanno soccorso, in via XX Settembre a Savona, i volontari della Protezione Animali erano davvero stupiti; può infatti accadere ma è davvero raro che ancora a fine novembre si trovi un rondone, i cui simili sono già da oltre un mese in Africa. Il soggetto recuperato era ferito in più parti, a causa dell’impatto, probabilmente con un ostacolo in volo e della conseguente caduta a terra; malgrado le pronte cure somministrategli è morto poco dopo.

Enpa ricorda che si tratta di animali assolutamente protetti ed è anche vietato distruggere i loro nidi e quelli di rondini e balestrucci; quest’anno i volontari della Protezione Animali ne hanno soccorsi in tutta la provincia 135; la loro cura ed il recupero sono molto faticosi, dovendo essere alimentati ogni due ore circa dall’alba al tramonto, un impegno portato avanti da pochissime persone, malgrado le richieste di aiuto che l’associazione rivolge a tanti animalisti che, purtroppo, non rispondono.

I RONDONI

Sembrano volare pericolosamente vicini ai palazzi, quasi a sfiorarli, per poi cambiare rapidamente direzione, con un impercettibile movimento delle ali. Volatori provetti e instancabili i rondoni hanno una vita incredibile, passata praticamente sempre in volo, compiendo migrazioni che razionalmente sarebbero impensabili per un animale che pesa pochi grammi. I rondoni affrontano interminabili viaggi che li portano praticamente in tutto il mondo, partendo dalle foreste pluviali dell’Africa centrale, dove trascorrono il periodo che va dalla nostra tarda estate all’inizio della primavera nell’emisfero boreale. La gran parte della loro vita si svolge in volo e gli unici momenti diversi sono quelli dedicati alla riproduzione. Il resto della vita tutte le specie di rondoni lo trascorrono nel cielo anche grazie alla capacità di dormire in volo, spegnendo mezzo emisfero cerebrale alla volta e restando vigili con l’altra metà, un comportamento studiato anche nei cetacei.

Partono prima dell’inizio della primavera dalle foreste africane, raggiungendo anche paesi dell’estremo nord come la Finlandia oppure sorvolando alte vette come il massiccio dell’Himalaya. L’importante è che l’aria sia piena di insetti, del loro cibo, e che ci sia la possibilità di trovare spazi accoglienti dove riprodursi. Scogliere, fenditure, grotte ma anche edifici urbani. Una vita complessa quella del rondone che non costruisce un nido per come lo conosciamo abitualmente, come ad esempio fanno le rondini o i balestrucci, ma sfrutta le cavità per allestire all’interno un morbido nido, dove deporre e covare le uova. Nemmeno quest’attività però è facile in quanto il rondone non si posa mai e tutto quello che gli serve lo deve raccogliere, letteralmente, al volo. Le corte zampe, con quattro dita, servono infatti per aggrapparsi ma non per potersi muovere con naturalezza. La sua conformazione e le ali lunghe, non gli permettono di riprendere il volo una volta toccato terra e quindi per riconquistare il cielo, deve letteralmente gettarsi nel vuoto. Cosa che faranno i pulcini una volta pronti a abbandonare il nido.

La vita del rondone in Italia si è complicata con il passare degli anni a causa del cambio della struttura dei palazzi, che hanno sempre meno “buchi” dove possa decidere di deporre le uova. Restano così i vecchi palazzi, i castelli e le chiese ma anche qui le cose nel tempo si sono modificate. Per contrastare la colonizzazione dei piccioni infatti molte aperture presenti nelle strutture architettoniche sono stati chiuse, togliendo così ai rondoni i posti dove poter nidificare.

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