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Con il primo weekend della fase 2 e la possibilità di mangiare al ristorante arrivano anche per la flotta locale i primi segnali di ripresa del commercio con il pesce che riconquista il suo canale privilegiato, quello appunto della ristorazione. Per il settore ittico è stato un colpo durissimo che ha interessato a cascata le pescherie, i mercati all’ingrosso e la produzione.

«Con la riapertura dei ristoranti – sottolinea la responsabile di Coldiretti Impresa Pesca Liguria Daniela Borriello tornano le condizioni per mangiare pesce fresco e sostenere un settore sul quale pesa anche una forte dipendenza dall’estero. Proprio per questo, l’articolato piano di sostegno post Covid-19 alla pesca elaborato da Coldiretti, prevede, tra le misure richieste, anche di inserire l’obbligo di indicare l’origine del pescato nei menu dei ristoranti».

La situazione dallo scorso fine settimana è cambiata come spiega Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria: «La chiusura forzata di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi ha avuto un effetto a valanga anche sull’agroalimentare della nostra regione colpendo settori di punta come appunto quello della pesca, acquacoltura e mitilicoltura. Nella prima settimana di riapertura i consumi dei pasti fuori casa sono stati ancora ridotti, a causa dello scarso afflusso di clienti e il conseguente rimando dell’apertura di molti locali. Ma ora vediamo timidi segnali di ripresa che ci lasciano ben sperare». Sicuramente sarà una ripartenza graduale perché a pesare, in Liguria, è senza dubbio la mancanza dei turisti: «Col tempo – conclude Boeri – siamo fiduciosi e sicuri che si tornerà a consumare prodotti tipici del nostro territorio e del nostro mare».

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