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Genova. «Le circa 2 mila imprese coinvolte dal crollo del Ponte Morandi a Genova non possono aspettare le infinite lungaggini della burocrazia. Rischiano di chiudere. Servono tempi certi per la ricostruzione e maggiori risorse a sostegno delle attività economiche». È l’allarme lanciato oggi da Pino Pace, rappresentante di Confartigianato Liguria, nel corso del suo intervento all’audizione nelle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera, nell’ambito dell’esame del Decreto Legge 109/2018 che contiene tra l’altro disposizioni urgenti per la città di Genova. Pino Pace è intervenuto all’audizione in rappresentanza delle imprese artigiane e delle piccole imprese di Genova, insieme agli esponenti della Camera di Commercio e delle parti sociali del capoluogo ligure e della regione, tra cui Confindustria, Ance, Cgil, Cisl, Uil, Compagnia unica lavoratori merci varie.

«La città di Genova è tagliata in due – ha detto Pace – e le attività economiche, molte delle quali artigiane, localizzate nella cosiddetta “zona arancione” nei pressi del ponte, sono già allo stremo. Bisogna agire con estrema rapidità. Per questo chiediamo che il commissario Marco Bucci disponga di adeguati poteri straordinari per garantire tempi certi nella ricostruzione e nel ripristino delle condizioni di viabilità della città». Pino Pace ha sollecitato “tempi certi” anche «per accertare le responsabilità del crollo del ponte affidandone l’incarico a una sezione speciale del Tribunale di Genova». Il rappresentante di Confartigianato ha chiesto inoltre che il decreto preveda maggiori risorse per gli interventi a sostegno delle imprese e, tra questi, ha lamentato l’assenza della cassa integrazione in deroga per le aziende artigiane.

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