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Nel Savonese cento ispezioni e dodici sanzioni amministrative

“November Fish 2018”: controlli a tappeto in Liguria, Piemonte e Lombardia da parte della Guardia costiera: nel mirino l’attività di pesca e la filiera commerciale a tutela della salute e delle tasche dei consumatori. Le ispezioni hanno visto l’ impiego di motovedette e mezzi navali in mare e, a terra, degli ispettori pesca dei comandi di tutta la regione ligure. Per la parte mare, sono stati eseguiti 106 controlli a pescherecci e natanti con l’utilizzo di 9 unità navali della Guardia costiera (7 motovedette e 2 mezzi nautici veloci). Verifiche che hanno interessato la pesca professionale, sportiva e ricreativa con controlli approfonditi. Numerosi anche i controlli nei punti di sbarco del pescato.

A Sanremo il comandante di un peschereccio è stato sorpreso con la licenza di pesca scaduta da oltre un anno. Oltre a una multa di 4 mila euro, gli sono stati assegnati 7 punti sulla licenza di pesca per aver commesso una “infrazione grave” (la norma prevede che al raggiungimento dei 18 punti viene sospesa la licenza di pesca, fino alla revoca in caso di prolungata recidiva).

A Genova sono stati eseguiti numerosi controlli in esercizi commerciali «etnici», ristoranti, pescherie e mezzi di trasporto ed è emersa in alcuni casi l’assenza o l’ erronea etichettatura della tracciabilità e il mancato rispetto delle procedure di autocontrollo HACCP. Una verifica a ritroso sulla filiera ha consentito alla guardia costiera di risalire alle aziende all’ingrosso importatrici situate in provincia di Milano che introducevano sul mercato nazionale numerosi prodotti senza le informazioni obbligatorie per il consumatore finale, previste in ambito UE. Ciò ha portato al sequestro di oltre 3,5 tonnellate di prodotti.

Altri controlli, svolti tra Lombardia e Liguria, si sono conclusi con il sequestro di 4 tonnellate di prodotti ittici e la contestazione 24 sanzioni amministrative, per un importo complessivo di circa 45.000 €. La maggior parte delle merci sequestrate risulta essere prodotto della pesca (sia di mare, sia di acqua dolce) importati dal Bangladesh, dal Myanmar, dalla Cina e da altri paesi del sud-est asiatico, che non recavano sulle confezioni o sui colli le obbligatorie informazioni di tracciabilità, in particolare quelle afferenti la zona di cattura o la corretta denominazione commerciale delle specie.

Nelle le province di Savona, Torino e Alessandria, i militari della Guardia costiera hanno svolto oltre 100 ispezioni, irrogando 12 sanzioni amministrative (di cui 10 per etichettatura/tracciabilità e due per mancato rispetto dei requisiti di igiene), con sanzioni amministrative per quasi 20.000. I controlli hanno riguardato principalmente esercizi commerciali all’ingrosso e al dettaglio, compresa la ristorazione nazionale ed etnica. Un esercente “furbo” è stato colto mentre proponeva la vendita di un trancio di tonno pinne gialle ben oltre la data di scadenza riportata in etichetta. E’ stato multato con una sanzione pari a 10.000 euro, oltre al sequestro del prodotto. Analogo caso è stato riscontrato in un supermercato della provincia di Alessandria dove sono state rinvenute in vendita alcune confezioni di cozze sottovuoto ed alcune confezioni di insalata di mare scadute da diversi giorni. Anche al direttore del punto vendita è stata inflitta una sanzione di 10.000 euro con il conseguente sequestro del prodotto.

Nelle province di Imperia e Cuneo, in esercizi commerciali all’ingrosso e al dettaglio, i militari hanno svolto 155 ispezioni, riscontrando 12 sanzioni amministrative (di cui 10 per etichettatura/tracciabilità e 2 per mancato rispetto dei requisiti di igiene) con sanzioni amministrative per quasi 20.000 euro.

«Uno dei casi di indagine più rilevanti di tutta l’operazione – spiegano alla Capitaneria – riguarda, una nota azienda della grande distribuzione genovese, che rifornisce abitualmente i ristoranti dell’intera regione. Nel corso di un controllo su strada è stato appurato che tale società commercializzava tonno e pesce spada decongelati (sottovuoto), indicandoli sui documenti come prodotto fresco. Comminata una sanzione amministrativa, di 1.500 euro per errata tracciabilità.»

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