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Deciso un accordo transattivo tra il geometra Luigi Tezel e il Comune dopo il licenziamento deciso dalla passata Amministrazione comunale il 15 maggio 2016 e il reintegro in servizio disposto dal Tribunale di Savona il 1 marzo 2018. Come scrive La Stampa oggi in edicola il dipendente comunale rinuncia ai 70 mila euro quale risarcimento da parte del Comune delle retribuzioni mancate dal giorno del licenziamento e dal prossimo 1 maggio assumerà un nuovo incarico, quello di direttore tecnico di Gesco affiancando il presidente Igor Colombi. L’accordo tra le parti è il frutto di trattative iniziate nel dicembre scorso che hanno visto come «primi attori» l’assessore agli Affari Legali Franca Giannotta, il legale del Comune, lo stesso Luigi Tezel, quindi l’assessore al Personale Fabio Macheda. E’ lo stesso dipendente a spiegare i motivi della rinuncia al risarcimento: «Ho deciso di rinunciare ai 70 mila euro, soldi che l’assessore al Bilancio Patrizia Mordente potrà utilizzare per interventi a favore della comunità come la salvaguardia di Alassio Salute, ad esempio. Per me e la mia famiglia è stato più importante ristabilire la verità, quindi tornare a lavorare dopo quasi due anni di ingiusto licenziamento. Ringrazio l’Amministrazione attuale che mi è stata vicina dall’inizio del suo mandato e di avermi affidato questo nuovo incarico di direttore». Luigi Tezel, da 19 anni in Comune ad Alassio, aveva ricoperto ruoli di primo piano all’Ufficio tecnico, all’Edilizia privata e ai Lavorio pubblici. Il 15 maggio 2016 era stato licenziato dopo essersi ritrovato al centro del caso «Alassioleaks»: in un server accessibile da Tezel erano stati ritrovati documenti non attinenti al lavoro tra cui immagini e testi di carattere personale, ma anche esposti anonimi, interrogazioni presentate dalla minoranza o documenti «contro» l’Amministrazione Canepa che poi erano finiti sul tavolo della commissione. Il 1 marzo 2018 il giudice del lavoro Alessandra Coccoli, dopo un lungo iter giudiziario, aveva definito illegittimo il licenziamento disponendo il reintegro immediato avvenuto il successivo 1 aprile. Luigi Tezel ha voluto ringraziare il suo avvocato Giovanni Maglione: «Il mio legale aveva impugnato il licenziamento contenuto in 175 pagine sostenendo che i files sarebbero stati in realtà alcune email ricevute, in cui alcuni consiglieri di opposizione avrebbero chiesto l’accesso agli atti. Una procedura assolutamente normale. Ho semplicemente svolto il mio lavoro comportandosi da buon dipendente comunale». In tredici file aveva riscontrato interventi di Tezel, avvenuti tra il 2013 e il 2014 durante l’orario di servizio e per un totale di circa 21 ore e 10 minuti. La difesa, però, grazie alla perizia di parte di un esperto informatico di Alassio, Matteo Boretti, aveva obiettato che i metadati potevano dimostrare solo il tempo di apertura del file da parte di Tezel, ma non quello di effettiva modifica. Tesi accolta anche dal consulente tecnico nominato dal giudice, e di conseguenza dal giudice stesso che quindi ha accolto il ricorso del dipendente.

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