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La Riviera penalizzata dal turismo delle crociere. Navigare nel Mediterraneo e non solo, quest’estate, è tornato di moda. Lo dicono le statistiche: in un’economia ciclica, come quella delle crociere, il 2018 saluta per il comparto un atteso incremento del traffico negli scali italiani del + 8,6% del movimento passeggeri (circa 11 milioni vs 10,2 milioni nel 2017) e del +5,2% delle toccate nave (4.868 vs 4.628) rispetto al 2017. Sono lontani i tempi quando, soprattutto gli stranieri, avevano paura di viaggiare su una nave diretta ad esempio in Egitto. E così gli albergatori della Riviera, quest’estate, sono costretti a leccarsi le ferite o ad accontentarsi di un numero certamente ridotto di turisti. «Arrivi in flessione e presenze limitate ai soli weekend. Solo Ferragosto ha raddrizzato la situazione, ma certamente non basta – è l’analisi di Giovanni Argento, albergatore storico di Finale Ligure che rappresenta una cinquantina di colleghi – Solo nel mio hotel, escludendo appunto Ferragosto, abbiamo registrato una flessione del 20 % e credo che così sarà anche a livello provinciale».

Il collega alassino Angelo Galtieri, ex presidente Upa e oggi vice sindaco con delega al Turismo è chiaro: «Il turista ha preferito la vacanza in crociera piuttosto che un soggiorno in Riviera. La crisi internazionale, dopo gli attacchi terroristici di qualche anno fa, è lontana. La conseguenza è quella che la vacanza all’estero in questo momento è nettamente più favorita rispetto al soggiorno al mare del Ponente Ligure». Invertire la rotta? «Certamente si può e dobbiamo farlo. Torniamo a ricercare la qualità come nel periodo precedente agli anni ’80 quando godevamo di un turismo internazionale ed è su quel tipo di modello turistico che tutti dovremmo impegnarci a ragionare – è la risposta sia di Galtieri che di Argento – La Liguria ha un mare magnifico, dobbiamo riprenderci quegli spazi di mercato che abbiamo perduto. Deve essere chiara una cosa: lasciamo da parte la quantità dei turisti, segmento sul quale si concentrano moltissimo le località dell’Adriatico. Con la qualità dei servizi, di infrastrutture migliori, la ricerca di prodotti esclusivi siamo certi che possiamo risorgere. Ma dobbiamo farlo in fretta».

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