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La ripresa economica mostra dei segnali forti sulla spesa alimentare delle famiglie, che in Liguria investono mediamente 445 euro al mese per tale tipologia di acquisti.

La crescita dei consumi è sostenuta da un balzo nazionale dell’1,9% segnato dalla produzione agroalimentare, che è cresciuta il doppio della media a maggio rispetto al mese precedente, trainando anche il ritorno alla crescita dell’intero settore industriale.

E’ quanto afferma Coldiretti Liguria in riferimento ai dati Istat sulla produzione industriale nel mese di maggio. L’alimentare è un indicatore speciale dello stato dell’economia nazionale, dal momento che si tratta della principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione, con un importo complessivo di 244 miliardi. Anche in Liguria la tavola è una componente importante della spesa familiare della quale assorbe in media 445 euro al mese, spesa in linea con la media nazionale che si attesta sui 457 euro. La spesa delle famiglie si concentra soprattutto sugli ingredienti della Dieta Mediterranea, con l’aumento dal 2017, soprattutto della spesa per l’olio d’oliva (+11%), frutta e verdura (entrambe con +4%), pane e pasta (+1%).

“Le famiglie liguri – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – investono sempre di più nella spesa alimentare quotidiana, dimostrando un’attenzione maggiore alla genuinità e qualità dei prodotti scegliendo, sempre più spesso, il 100%Made in Italy. E come in Liguria questo avviene nel resto del Paese: è un grande risultato per uno dei settori trainanti dell’economia Nazionale che non deve essere vanificato dall’ aumento dell’Iva, aumento che colpirebbe anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10 per cento e vino e birra con aliquota al 22%. L’aumento delle aliquote iva rischierebbe di alimentare una spirale recessiva, e rappresenterebbe un duro colpo per la spesa delle famiglie che, a causa dell’aumento dei prezzi, sarebbero maggiormente attirate da prodotti a basso costo ma di scarsa qualità”.

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