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Alassio. Lei, figlia di Ottone I di Sassonia, che fu Imperatore del Sacro Romano Impero dal 936 al 972, lui giovane coppiere di corte. La storia di Adelasia e Aleramo, i due amanti che scoprirono «Alaxia» che poi diventò Alassio, ancora oggi è una delle leggende che conquista storici e studiosi. Le origini di questa storia d’amore, costruita attorno alla figura di Adelasia e Aleramo, saranno ripercorse da Claudio Gandolfo in un incontro in programma mercoledì sera alle 21 alla sala Carletti di via XX Settembre, sede dell’Associazione Vecchia Alassio.

Una leggenda ricca di sfaccettature che ancora oggi deve essere ricostruita con precisione. Si narra però che Adelasia amasse Aleramo e che l’Imperatore non fosse per nulla contento di questo amore così poco regale. I due innamorati, fuggiti insieme dalle brumose regioni della Germania, dopo aver santificato la loro unione con il sacramento del matrimonio, posero, dopo lunghe peripezie e peregrinazioni, la loro stabile dimora alle falde del monte Tirasso dove oggi sorge la Madonna della Guardia. La loro misera esistenza di carbonai, nel nido d’amore che si affacciava sul mare, si concluse quando l’Imperatore, scese in Italia a combattere contro i Saraceni, e Aleramo, assieme ai figli, combatté da valoroso soldato nell’esercito imperiale. Per i buoni uffici del Vescovo di Albenga, Ottone si riconciliò con la figlia e col genero e con magnanimità regale, investì Aleramo e la sua progenie dei marchesati di Acqui, del Monferrato, di Savoia ed altri ancora.

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