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La Musica guarisce. Lo scrive in una lettera ai media Alessio Pesce, infermiere presso l’ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga.

Le persone “vivono” sole in un letto di ospedale. Le persone in questa condizione non possono avere familiari, amici, conoscenti al proprio fianco, nessuna risorsa umana e sociale, se non quei sanitari, che, ogni giorno, attraverso tute, camici, visiere e guanti se ne prendono cura. Persone sole con paure, incertezze, impotenti di ciò che accade fuori e dentro di sè. Un’espressione sui volti, talmente sconfortante da ricordarci come le emozioni e lo stato d’animo possano purtroppo giocare a favore e non contro il virus.

Qualche giorno fa mi sono chiesto: “Può la musica rispondere al bisogno di sostegno emotivo per i nostri ricoverati ammalati di Coronavirus?” Può la musica allietare le nostre giornate di sacrificio alla cura di queste persone?”. È stato facile per me rispondere con un sì. Ho sempre creduto nei benefici della musica in ospedale fino a crearne, non molti anni fa, una tesi di Laurea, valutando le aspettative e i benefici attribuiti ad essa dai nostri pazienti, anche in condizioni di forte disagio pre-operatorio. Sappiamo da prove scientifiche, che la musica può limitare l’ansia, distrarre, ridurre il dolore percepito, favorire l’alimentazione, il tono d’umore, l’interazione sociale, promuovere un ambiente di cura rassicurante, fino a limitare, in casi controllati, la necessità di farmaci ansiolitici ed antidolorifici.

Comprovati effetti positivi sul paziente, il personale e l’ambiente, anche in termini di sostenibilità del servizio, e quindi di costi ridotti. Non ci sono state più scuse per non mettere una freccia in più al nostro arco, contro il virus. E’ stato semplice coinvolgere il Primario di struttura, il Dr. Teresiano De Franceschi, da subito disponibile ad affiancarmi per promuovere questo nuovo progetto: diffondere la Musica in tutto il secondo piano dell’ospedale Ingauno, nelle nostre corsie di Medicina Area Gialla Covid19. Grazie alla squadra di tecnici dell’ospedale è stato possibile adattare un impianto audio per comunicazioni interne in uno strumento per la filodiffusione musicale, in grado di proporre il servizio in modo continuativo nell’arco delle ore diurne ed a volumi contenuti, di circa 60-70 dB, attraverso decine di altoparlanti presenti in ogni corsia, attivati e disattivati da un timer centralizzato, progettato per tale scopo.

Un progetto che si avvale delle linee guida internazionali del “Joanna Briggs Institute” per un intervento di “Music Medicine” nelle strutture ospedaliere. Questo progetto, nel suo piccolo, vuole essere anche un invito alle Istituzioni, Aziende ospedaliere e non, affinchè tutti possano trovare strategie per “adottare” la musica come intervento assistenziale, ivi compresi gli artisti, le mittenti radiofoniche, televisive e I media in genere, per evidenziare una volta di piu’ che la musica, nel suo indiscusso linguaggio universale, non conoscendo barriere nè confini, possa altresì varcare le soglie ospedaliere e portare piacere e sollievo a tutti: pazienti e personale sanitario. Portiamo dunque la musica in ospedale! Dobbiamo convincerci che non si tratta di un “lusso”, bensì di un elemento “necessario” a tutti. “Io sono la Musica, la più antica delle arti. Io sono più che antica, sono eterna.

Anche prima che la vita iniziasse su questa terra, ero qui tra i venti e le onde. Quando sono apparsi i primi alberi, i primi fiori e le prime erbe, ero tra loro. Sono diventata subito il mezzo più delicato, più sottile e più potente per esprimere le emozioni dell’uomo. Quando gli uomini erano poco più che animali, li ho influenzati per il loro bene. In tutte le epoche, ho ispirato gli uomini con la speranza, ho acceso il loro amore, ho dato voce alle loro gioie, li ho incitati a compiere azioni valorose e li ho tranquillizzati nei momenti di disperazione. Ho avuto un grande ruolo nel dramma della vita, il cui fine e il cui scopo sono la completa perfezione della natura umana.

Grazie alla mia influenza, la natura umana è cresciuta addolcita e raffinata. Con l’aiuto dell’umanità, sono diventata un Arte. Ho una miriade di voci e strumenti. Sono nei cuori di tutti, in ogni lingua, in tutte le terre, tra tutti i popoli. Gli ignoranti e gli illetterati mi conoscono, non meno dei ricchi e dei dotti. Perché io parlo a tutti i popoli in una lingua che tutti comprendono. Io sono il cibo dell’amore. Ho insegnato la dolcezza e la pace e ho condotto gli uomini ad azioni eroiche. Io conforto i solitari e armonizzo le folle. Sono un lusso necessario a tutti, sono MUSICA”.

Alessio Pesce Infermiere ASL2 Ospedale Santa Maria Misericordia, Albenga Medicina COVID19

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