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Imperia. Danni alle colture, strade consortili e mulattiere rese impercorribili, pericolo di spiacevoli incontri nei giardini pubblici, sui sentieri dell’entroterra e sulle piste ciclabili lungo gli alvei dei fiumi: la proliferazione senza freni della fauna selvatica, in special modo quella dei cinghiali, sta mettendo a rischio la sicurezza delle persone, l’economia delle imprese locali, ma anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali e di aree ad elevato pregio naturalistico. La situazione in provincia di Imperia va ora più che mai affrontata con decisione e di concerto con tutte le Istituzioni territoriali. È quanto afferma Coldiretti Imperia, unendosi al grido d’allarme lanciato, dai Comuni del territorio del Comprensorio Intemelio, al Prefetto e alle Istituzioni Regionali, per chiedere interventi urgenti che consentano il contenimento della fauna selvatica. Purtroppo è un dato di fatto che gli imprenditori agricoli e gli stessi cittadini, assistono, da tempo inerti alla distruzione dei raccolti e al dissesto del territorio: colture che vengono completamente distrutte dal passaggio degli animali, appezzamenti di terreno scavati e solcati in modo irrimediabile, muretti a secco danneggiati e in alcuni casi rasi al suolo, boschi devastati, per non parlare delle problematiche circa la tutela dell’incolumità pubblica, sia su strade provinciali sia su autostrade, e ormai anche nei centri abitati, con gli esemplari che con periodo di lockdown degli scorsi mesi si sono spinti fino alle spiagge. “Il numero di cinghiali e altri animali selvatici nella nostra provincia, – affermano il Presidente di Coldiretti Imperia Gianluca Boeri e il Direttore Provinciale Domenico Pautasso – è ormai, da tempo, fuori controllo e rappresenta un grave problema sia per le imprese agricole sia per i cittadini e per i turisti che scelgono il nostro entroterra, dal momento che non possono avere la certezza di non imbattersi in uno o più esemplari alla volta. Come Coldiretti Imperia abbiamo più volte proposto, a tutti i livelli Istituzionali, soluzioni concrete per ridimensionare il fenomeno, e riteniamo che ora serva affrontare, una volta per tutte, il problema coinvolgendo senza indugio, le rappresentanze del mondo venatorio e ambientalista, della Sanità, delle Forze dell’Ordine, della ricerca Scientifica, e tutte le Amministrazioni Comunali. Per le nostre aziende agricole perdere il frutto del lavoro di questi mesi a causa della fauna selvatica, rappresenta un ennesimo danno che si va a sommare a quelli causati dall’emergenza sanitaria Covid-19 , in un momento in cui è quanto mai necessaria e auspicabile, invece, un’effettiva ripresa dei mercati. Non è risarcendo i danni che si risolve la questione, ma solo con la prevenzione e un piano strategico, si può realmente mettere in sicurezza il territorio, la salute e il rispetto di chi della propria attività ne fa una fonte di reddito. Tra le proposte che abbiamo avanzato ribadiamo l’importanza di portare avanti la sperimentazione per la sterilizzazione temporanea degli animali, controllare eventuali attività illegali circa l’immissione di questi esemplari, rivedere il sistema di contenimento selettivo, incentivare l’uso delle gabbie di cattura, semplificare le norme vigente in materia di autodifesa del suolo; incentivare la pulizia e la coltivazione dei terreni incolti, veri e propri polmoni di accrescimento ecc… Per aprire un confronto costruttivo sulla tematica – concludono Boeri e Pautasso – chiediamo inoltre che venga realizzato un tavolo tecnico-scientifico permanente, che affronti con determinazione il problema: è necessaria una sinergia tra le forze dell’ordine, i corpi intermedi, le istituzioni e il mondo scientifico, che operano sul nostro territorio, per affrontare la questione con un’attenzione che tenga conto degli interessi della collettività. Deve essere sempre garantita la libertà di lavorare e di circolare in completa sicurezza”.

c.s.

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