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Albenga. Albenga ha vissuto l’incubo dell’alluvione del 1994. Una voragine spaventosa si è aperta sotto l’asfalto del lungocenta. Il fiume in piena che ha rischiato di esondare ha scavato sotto la strada e alcune auto potevano rimanere inghiottite. Preoccupano le fondamenta degli edifici circostanti. Il Comune chiesto all’ingegner Luca Romano e al geologo Renato Lucarelli di effettuare attente verifiche. «Già ad una prima valutazione e analisi visiva possono escludersi pericoli imminenti. Accertamenti riguarderanno anche le scuole», fa sapere il sindaco Riccardo Tomatis. Un problema che si era già presentato una ventina d’anni fa. La corrosione sotto le fondamenta dell’arginamento degli anni 70 era dovuta alla forza del fiume in questa «leggera ansa» che raccoglie la spinta più dell’Arroscia che del Neva. L’argine, chiamato «il muro del pianto» (per il pesante impatto estetico), era stato realizzato dall’ingegner Zunino, ma aveva salvato dalle esondazioni la parte sinistra dell’alveo. Luca Romano è lo stesso tecnico incaricato nella progettazione e innalzamento degli argini che con Zunino ha vissuto in prima persona le opere che hanno salvaguardato la città nell’ultimo ventennio.

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