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Sanremo. L’arcivescovo Marcinkus torna ad aleggiare a tredici anni dalla morte nel libro che sarà presentato questo pomeriggio alle 16,30 ai «Martedì letterari» del casinò di Sanremo. E’ «Il caso Marcinkus. Il banchiere di Dio e la lotta di papa Francesco alle finanze maledette» edito da Chiarelettere e scritto dal vaticanista e saggista Fabio Marchese Ragona. E proprio da Marcinkus, l’altro prelato che sfuggì a un mandato di cattura solo grazie a un passaporto diplomatico vaticano, parte il racconto. L’arcivescovo americano, figlio di immigrati lituani, era, nel momento di massimo fulgore, un uomo di grande potere, vicino al Papa, amico di ministri e capi di stato, banchieri e manager. Ma di Marcinkus non si sapeva ormai tutto ciò che si poteva sapere? In realtà non è così perché il libro di Ragona si avvale di nuovi dettagli emersi solo recentemente, con documenti inediti e altre testimonianze. Dunque un testo che, rispetto ad altri precedenti, fissa in misura più netta le attività, più o meno lecite e illecite, di Marcinkus. L’ex presidente dell’Istituto per le Opere di Religione (Ior), vale a dire la banca del Vaticano, dal 1971 al 1989, ebbe rapporti con il Banco Ambrosiano così stretti da partecipare per 23 volte ai suoi consigli di amministrazione. Poi, storia nota, il crack dell’Ambrosiano coinvolse anche l’arcivescovo. Ora lo Ior è amministrato nella la massima trasparenza voluta da papa Francesco. E’ possibile siano in atto manovre per ostacolare il cambiamento imposto? Fabio Marchese Ragona, ascendenti siciliani e milanese di nascita, vive fra Roma e il capoluogo lombardo. Grande conoscitore del Vaticano, è accreditato come vaticanista presso la Sala Stampa della Santa Sede.

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