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Imperia. «Un danno economico che molti saranno obbligati a chiudere, con gravi conseguenze nel tessuto cittadino». Per i vertici dei Civ di Imperia l’ultimo Dpcm ha sferrato il colpo di grazia alle attività del settore della ristorazione, ma con conseguenze che riguardano anche altre attività commerciali.

Da lunedì scorso bar e ristoranti chiudono alle 18, ma di fatto si addormenta anche la città: saltano happy hour e apericena, passeggiate in Calata Cuneo e alla Marina per consumare la cena nei locali. «Il settore di somministrazione (bar, ristoranti, pizzerie) hanno dovuto reinventare il loro modo di lavorare per più di una volta nell’arco di poco tempo – spiegano i vertici dei Civ di Oneglia e Porto Maurizio In conseguenza a ciò, anche tutte le altre attività subiscono una forte battuta d’arresto causata soprattutto dalle chiusure anticipate dei locali. Si pensa forse che a subire i danni sia solo una categoria? Nulla di più falso. Tutti vanno in perdita, gli indotti collegati e la filiera commerciale in toto».

I commercianti temono conseguenze ancora più gravi. «La chiusura degli uffici e delle scuole, influisce su tutto, dai trasporti ai consumi, dalle attività ludico-sportive a quelle culturali, mettendo anche in seria difficoltà le famiglie che si ritrovano nuovamente a gestire lavoro e affetti oltre ad una economia sempre più precaria».

Per questo motivo i cittadini vogliono unirsi al disappunto contro le decisioni del Governo Centrale. «I commercianti e i gestori delle attività penalizzate, hanno dimostrato fino ad oggi la loro disponibilità, competenza e senso di responsabilità mettendo in atto tutte le regole imposte per la giusta gestione della situazione igienico-sanitaria, ma queste ulteriori restrizioni provocano un danno economico importante con un effetto a catena».

La speranza è quella che non vi siano altre restrizioni e che si possa riprendere al più presto a lavorare e “riaccendere” le luci delle città che si spegne non appena tramonta il sole.

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